L'ultimo regalo di Penati? Un altro buco da 137 milioni

La maledizione di Filippo Penati si abbatte ancora sulla Provincia costretta svalutare quell'ormai famigerato (e indagato) pacchetto di Serravalle acquistato dall'imprenditore Marcellino Gavio nel 2005 all'esorbitante prezzo di 8,8 euro per azione. Sabato nel bilancio presentato ai soci di Asam, la holding delle partecipate, Palazzo Isimbardi svaluterà la quota di controllo (52,9 per cento) da 689 a 552 milioni di euro. Una flessione di 137 milioni vicina a quei 176 di plusvalenza (di soldi pubblici) incassati da Gavio e su cui indagano i magistrati di Monza. Con Asam in rosso che non distribuirà dividendi perché nel bilancio 2010 la quota in Serravalle era iscritta per il 15 per cento rilevato dal Gavio a 8,8 euro per azione e per il restante 37,9 a 6,58: da cui il valore medio di 7,24 euro, portato ora a 5,8.
Dati ancor più interessanti perché nel gran risiko di poltrone e bilanci messo in moto nella galassia delle società autostradali dalle dimissioni dell'amministratore delegato di Pedemontana Bruno Soresina, il bandolo della matassa è la cessione di Serravalle con un bando comune di Provincia (53 per cento tramite Asam) e Comune (18,6). Un appuntamento non così lontano nel tempo. E che avrebbe convinto Palazzo Isimbardi a frenare su una serie di operazioni finanziarie che coinvolgerebbero oltre che Serravalle e Pedemontana, anche Tem e Tangenziale esterna spa. Proprio in quest'ottica qualcuno ha visto la decisione di Podestà che ha designato il presidente di Serravalle Marzio Agnoloni come ad di Pedemontana al posto di Soresina. E a seguire il congelamento dell'aumento di capitale da 300 milioni di euro in Serravalle necessario per finanziare Pedemontana e Tem. Ma anche la decisione del cda di Tangenziale esterna di bloccare l'aumento di capitale da 120 milioni di euro chiesto dalle banche per concedere il prestito ponte di altri 120 milioni per tenere aperti i cantieri inaugurati l'11 giugno.
In tutto questo turbinare di cifre in rosso, la preoccupazione di Podestà che ripete di voler «difendere» quel pacchetto di azioni di Serravalle di proprietà dei cittadini e che potrebbero fruttare almeno 500 milioni al prezzo di 4-5 euro per azione. «La Serravalle - spiega Podestà - non solo è il terzo gruppo autostradale, ma è tutto concentrato in Lombardia, l'area più ricca del Paese. Non vorrei che qualcuno stesse facendo del terrorismo per deprimere la quotazione. E poi magari farla finire nelle mani dei soliti noti». Non troppo velata allusione al bando con cui il Comune ha ceduto la Sea a F2i. Il fondo di Vito Gamberale interessato anche alla Serravalle, così come Clessidra, Equinox e ancora una volta il gruppo Gavio.
Ieri l'interrogazione del leghista Roberto Castelli che al ministro delle Infrastrutture Corrado Passera chiede «misure urgentissime» perché sono a rischio le infrastrutture autostradali per l'Expo.

E riguardo a Pedemontana sottolinea «la necessità di garantire una capitalizzazione pari a 1,1 miliardi di euro, contro i 536 milioni previsti nel Piano economico finanziario approvato dal Cipe per garantire la bancabilità dell'opera, atteso che le condizioni di accesso al credito si sono notevolmente aggravate a causa della sopravvenuta crisi finanziaria».

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