Lunedì Hermès cambia casa

Lunedì Hermès cambia casa

Dodici donne a cavallo lungo via Montenapoleone. La scena è troppo romantica per essere vera. Le signore dominatrici non hanno più la classe delle domatrici, il pudore e l'ardore d'indossare l'arancio come un colore neutro. Ma via Montenapoleone numero 12 le richiama all'ordine. Colori, disegni d'infanzia, fibie e alamari: questo è Hermès, che dopo ventisei anni in via Sant'Andrea si trasferisce lunedì prossimo in Montenapo. Sabato 12 la storica boutique che per prima portò il marchio in Italia nel 1987, a 150 anni dalla nascita di Hermès a Parigi nel 1837, chiuderà la vecchia sede.
Nessuna madrina per il debutto di lunedì sullo shopping boulevard milanese per eccellenza anche in vista del 2015; non è nello stile della maison guidata da Patrick Thomas e Axel Dumas, che insieme a Pierre-Alexis Dumas, direttore artistico, appartiene alla sesta generazione della famiglia. Oggetti esclusivi rieditati e un simbolo ricorderà questo passaggio: l'origami di un cavallo in pelle. Il «Cheval Origami» è «giallo Milano», come giallo è il palazzo neoclassico che ospita il negozio su due piani, tre con il pianterreno, per un totale di 600 metri quadrati firmati Rdai, lo studio d'architettura parigino il cui direttore artistico è Denis Montel, responsabile dei negozi Hermès nel mondo.
Fin dal suo esordio l'arte si ispira al rapporto dell'uomo con gli animali, è il desiderio di una metamorfosi che cerca nelle forme di un cavallo, di un cigno, di una tigre un mistero mancante al corpo umano. Questo è Hermès. Se c'è un'eleganza animalista è la fantasia sotto la forma di un «H» che in quanto lettera dal suono assente, come il silenzio, contiene tutti i suoni. Per primo il fruscìo della seta con cui donne e uomini imparano a giocare; inventarsi un nuovo nodo per il foulard o per una cravatta è la distinzione di saper far scivolare l'abito come se non fosse un'altra materia rispetto alla carne. Hermès non mostra, accompagna l'istinto del corpo d'essere un dipinto e della pelle d'essere un odore al vento come i crini di un cavallo.
Dietro la soglia la seta accoglie l'ospite. Poi i profumi e il pret-à-porter uomo. Il pavimento è in terrazzo alla veneziana impreziosito da schegge di cristallo Saint Louis color ambra. La scala in stucco veneziano giallo conduce a gioielli e orologi. All'ultimo piano si trovano il pret-à-porter donna, l'equitazione, la pelletteria, il cuoio e l'art de la table.

Alle pareti opere d'arte di fotografia e della collezione Emile Hermès, come «Red Canary» e «Love Bird» del fotografo Luke Stephenson; «Jockey au paddock» del pittore Jean-Raoul Chaurand-Naurac e le incisioni del XIX secolo «Elèves de France» e «Pur-sang anglais» di Charles Henri Loeillot-Hartwing.

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