L'unione dei Consumatori all'attacco «I dipendenti chiedono di lavorare»

Dona: «Gli straordinari permettono di arrivare a fine mese»

L'Unione Nazionale Consumatori chiede al ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, di «tutelare i lavoratori e far rispettare l'articolo 36 della Costituzione». Di Maio ha dichiarato ieri, alla vigilia della discussione in commissione Attività produttive della Camera delle cinque proposte di legge sulle chiusure domenicali degli esercizi commerciali, che l'intenzione del governo è assicurare dei turni di riposo sia per gli esercenti sia per i dipendenti dei centri commerciali e che «mettere in competizione esercenti sta impoverendo dal punto di vista delle relazioni e anche della tenuta delle famiglie». Ma «i turni di riposo si garantiscono attraverso le leggi sul lavoro, non chiudendo negozi e fabbriche», la secca replica del presidente Massimiliano Dona. «Chi lavora la domenica in un centro commerciale ha come minimo il 30 per cento in più di stipendio, salvo la contrattazione locale non abbia stabilito una maggiorazione ulteriore. Ecco perché ci sono molti lavoratori che chiedono di lavorare la domenica» aggiunge Dona. «Se il ministro vuole davvero tutelare la famiglia - prosegue il presidente dell'Unc - faccia in modo, come prescrive l'articolo 36 della Costituzione, che tutti ricevano una paga sufficiente per assicurare al lavoratore e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa senza bisogno di essere costretti a fare straordinari per poter arrivare alla fine del mese».

La chiusura domenicale dei negozi avrebbe conseguenze «apocalittiche» per il fondatore di Eataly Oscar Farinetti: «Sarebbe un grave errore - spiegava Farinetti a Radio Capital-. Perderemmo un sacco di posti di lavoro. I negozi fisici vanno tenuti aperti quando la gente ha tempo di venire. Altrimenti vincerà l'online.

Se ci tenessero comunque chiusi - spiega - perderemmo il 15 per cento di fatturato, irrecuperabile, e diverse centinaia di posti di lavoro. I negozi online sono aperti 24 ore su 24, non pagano tasse sull'insegna o sui rifiuti, in gran parte sono stranieri e portano gli utili fuori dall'Italia».

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