Lupi si nasconde, Pisapia pure Ora tutti snobbano il Comune

Centrodestra e centrosinistra senza un alfiere in corsa per il 2016 vogliono riconquistare Milano

Ma quale corsa per Palazzo Marino? Da due schieramenti opposti, è partita semmai la grande fuga. Giuliano Pisapia prende tempo sull'ipotesi di un bis nel 2016. Alla festa di Sel al Carroponte due sere fa ha tirato il freno a mano, «mancano due anni, abbiamo sfide enormi da affrontare, Expo, la città metropolitana, il tema della casa. Al momento giusto decideremo insieme la persona giusta». E «insieme» significa ovviamente con il Pd, che alle ultime Europee si è rafforzato anche a Milano e, fuori dalle dichiarazioni, va già cercando un'alternativa più Democratica e renziana del «compagno Giuliano», casomai si tratterà di trovargli un ruolo nazionale che giustifichi il rimpiazzo. Ma ieri si è sfilato dalla corsa anche il maratoneta Maurizio Lupi, più volte in questi mesi si è parlato del ministro Ncd alle Infrastrutture pronto a candidarsi. Anche in questo caso, i voti personali alle ultime Europee possono giustificare il ripensamento: nella circoscrizione Nord-ovest Lupi incassò poco più di 46mila voti, cinque volte meno (per dire) dell'aspirante sindaco leghista Matteo Salvini. A Milano città, 8.808 preferenze.

Ieri a Palazzo Marino per la presentazione della nuova segreteria milanese dell'Ncd ha chiarito: «La candidatura a sindaco di Milano non è nella mia agenda». In vista della sfida del 2016 invece «l'obiettivo - afferma - è quello di costruire una nuova grande coalizione di centrodestra, che si possa presentare come classe dirigente alternativa alla giunta Pisapia» un polo «allargato a tutte le aree del centrodestra» anche se, ha rimarcato in primis a Forza Italia, «noi diciamo con chiarezza che non accettiamo e non tolleriamo la linea estremista che la Lega di Matteo Salvini sta rappresentando e che siamo contrari alla politica del doppio forno», rispetto a «Maroni con cui stiamo governando non solo bene, ma accettando le sfide di una nuova Regione». Tradotto: sì alle primarie di coalizione, no a Salvini. La coordinatrice regionale di Fi Mariastella Gelmini concorda con Lupi che «per vincere il centrodestra deve tornare unito, è quello che ci chiedono gli elettori» ma «non ha senso ostinarsi a sottolineare solo le divergenze. L'obiettivo è includere e non dividere. Per vent'anni il presidente Berlusconi ha tenuto insieme i nostri alleati facendo sintesi del meglio e non del peggio».

Secca la replica del consigliere leghista Luca Lepore: «Se per Lupi la linea estremista di Salvini è quella che cerca di difendere gli interessi degli italiani in Europa, le piccole e medie imprese, la difesa dei nostri confini, stia sereno, la Lega perseguirà la sua battaglia senza cedimenti. Casomai l'Ncd sta attuando la politica del doppio forno, costruendo il partito di centrodestra con una gamba nella coalizione di centrosinistra».

Critico anche Riccardo De Corato (Fdi): «Invece di unificare, Lupi viene qui per spaccare quanto stiamo costruendo». Nessun dietrofront invece da Giulio Gallera (Fi), che rilancia: «La riconquista di Milano è nella mia agenda».

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