Cronaca locale

Macao fa affari in nero ma vuol vedere i conti del ministro Ornaghi

Macao fa affari in nero ma vuol vedere i conti del ministro Ornaghi

«Loro» sono diversi, non si mischiano alle altre associazioni, non partecipano ai bandi pubblici. Vogliono fare la «rivoluzione» della cultura e per un attimo avevano anche pensato di prendersi la «piccola Versailles» milanese. Villa Scheibler, la storica dimora settecentesca appena restaurata, con la fontana e un grande parco. Scartata per l’indirizzo: Quarto Oggiaro. Vuoi mettere con Palazzo Citterio, nel cuore di Brera. Grande festa alla corte di «Macao» sabato sera, la prima notte di occupazione dopo la Torre Galfa attrae centinaia di giovani e curiosi. Grande cortile, impianti acustici già montati per le band, birre e drink rigorosamente senza scontrino vanno via a 3 euro e 50. Un business in pieno centro. Gli abusivi incassano e si fregano le mani. Lanciano una piccola mongolfiera gialla e blu nel cielo, riaprono il tavolo degli architetti, l’Ufficio stampa (addirittura) internazionale. E la raccolta di oboli. Vuol essere un’occupazione «educata», il cartello all’ingresso specifica che è una serata «Low-fi», dalle 23 chiudono i portoni e a mezzanotte fuori tutti per non molestare troppo il quartiere. Rimangono in trenta-quaranta ogni notte a dormire sui materassini per «tenere» il palazzo, dimora settecentesca di proprietà dello Stato. «No tag», «non rovinare», «non danneggiare» sono gli avvertimenti appesi alle colonne, ci sono i cesti per la raccolta differenziata, le carriole che funzionano da posacenere.
Dopo Torre Galfa, anche qui ripartono lavori e visite guidate, oggi alle 18 il cineforum. E su internet c’è la lista di «Cosa serve a Macao», dai «sacchi a pelo, thermos, transenne, chiodi di acciaio tenero» a «nastro vedo e non vedo, guanti, candele, carta igienica, cestini portarifiuti condominiali» o «lampadine a led per illuminare Macao». Ma il tifo scatenato dalla presa del grattacielo ha lasciato il posto su internet a un coro di attacchi durissimi. «Andate al supermercato, sapete solo dare ordini» scrive qualcuno su Facebook, «furbi e opportunisti», loro annunciano per ieri sera l’appuntamento cittadino su «Cos’è la Grande Brera? Qual è il futuro per Palazzo Citterio?» ma «cosa vi rende titolati ad affrontare la questione il fatto che sappiate suonare a tamburello?» le repliche.
Dopo il cortocircuito innescato dalla linea buonista di assessori come Stefano Boeri e Piefrancesco Majorino, il sindaco ha dettato per tutti la linea del «no all’occupazione», tocca ad altri ora gestire la grana. E già sabato riferisce il Soprintendente Alberto Artioli «abbiamo denunciato l’occupazione, attendiamo le decisioni di questore e prefetto». Ma il pallino è soprattutto in mano a Lorenzo Ornaghi, ministro milanese dei Beni culturali. Stamattina visiterà al Castello la mostra del Bramantino con Boeri e affronterà il caso. Probabilmente, anche un blitz dei «macai». Il Palazzo rientra nel progetto della Grande Brera, ci sono 12 milioni stanziati per far partire il restauro a inizio 2013. Ma gli abusivi presentano il dossier sugli sprechi pubblici sul Palazzo, chiedono «con forza» un tavolo per verificare l’efficacia degli ultimi fondi. Anzi «Comune e Mibac dovrebbero leggere dietro il nostro gesto un altissimo atto di cittadinanza».

Intanto, registrare gli incassi sarebbe un altissimo atto di legalità.

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