Madre e figlio trovati in casa senza vita È giallo sulla morte

Nessun segno di arma da fuoco sulla donna (77 anni) I vicini danno l'allarme. Si teme l'omicidio-suicidio

Tutto fila liscio. Hai un lavoro che ami, una compagna, due belle bambini, la gente ti vuole bene. Poi qualcosa nei fili che regolano la tua vita si rompe, ogni certezza crolla, tutto inizia ad andare malee alla fine crolla anche la tua capacità di andare avanti, perché in fondo al tunnel non c'è luce. Ma hai una fortuna: sei un medico. Conosci i rimedi che fanno vivere, e anche quelli che fanno morire.

Leonardo Vitartali, cinquant'anni, veterinario a Binasco, era sparito dalla circolazione domenica sera. Lo avevano visto vicino casa, ed era apparso come era sempre, da mesi a questa parte: un uomo cupo, ormai piegato. Ieri mattina i carabinieri hanno sfondato la porta della sua casa di via Costa, una grande casa bianca dall'aria serena. Invece dentro la casa c'era la tragedia. Su un divano davanti alla tv c'era lui, il dottor Vitartali. Su un letto sua madre Anna Grazia, 77 anni. Morti entrambi, da giorni. Ma tutto intorno a loro era in ordine, nella bella casa borghese. Nè una finestra forzata, nè un mobile fuori posto, nè una goccia di sangue.

I carabinieri di Binasco si sono trovati a dover spiegare la tragedia incrociando ciò che raccontava la scena con ciò che descrivevano i vicini, gli amici, i conoscenti. Fino a quando il medico legale non uscirà dalla sala autoptica coi risultati del suo esame, ufficialmente il caso è aperto. Ma la scena del delitto e i verbali di interrogatorio portano tutti, concordemente, in una sola direzione. Il dottore ha ucciso sua madre, e poi si è tolto la vita. Col veleno, quasi sicuramente: ingerendolo, perché di siringhe usate per iniettarlo non c'è traccia. E non si saprà mai se l'anziana madre era consenziente, e ha scelto insieme al figlio di lasciarsi alle spalle tutto; o se sia stato il dottore a decidere di portarla con sè. In ogni caso, non c'è un colpevole a cui dare la caccia.

I soldi che scarseggiavano. La malattia della madre, un tumore al pancreas prossimo alla fase terminale. I pensieri si accavallavano, nella testa di Vitartali. Ma a devastarlo più di tutto era stata la separazione dalla sua compagna. Un legame lungo, di quelli che sembrano destinati a durare. Nove anni fa, avevano avuto una figlia, e sette anni fa un'altra bambina. Poi la storia d'amore si era logorata e aveva perso i pezzi, fino alla separazione. Il dottore aveva dovuto lasciare la casa e le bambine alla moglie, ed era tornato, con i suoi cinquant'anni, a vivere con sua madre. Ritrovarsi solo, nella grande casa vuota, con una donna sempre più sofferente, non deve avere contribuito a alleviare la depressione in cui Leonardo Vitartali stava precipitando.

Le cronache purtroppo sono piene di storie di uomini incapaci di affrontare la separazione che dirigono la loro rabbia contro la donna che li ha lasciati.

Vitartali invece era un brav'uomo, e la sua disperazione l'ha portata tutta contro di sè e contro sua madre. Lunedì pomeriggio era atteso nella sua vecchia casa, per prendere le figlie e stare qualche ora con loro. Non si è presentato. E adesso tutti sanno perché.

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