Maggioranza divisa sul caso dei padri gay

Pd spaccati, civici chiedono voto segreto Osculati: «È condono all'utero in affitto»

Maggioranza divisa sul caso dei padri gay

Maggioranza spaccata sulla trascrizione degli atti di nascita riconosciuti all'estero di bimbi con due padri. Resa dei conti in consiglio comunale dove approderà un ordine del giorno e il voto sarà segreto (su richiesta peraltro dalla Lista Sala). Ieri in Commissione il Pd si è diviso sull'intervento della dem Roberta Osculati che ha chiesto anche il rispetto del dibattito interno al partito: «Nelle premesse della sentenza» che a ottobre ha ordinato al Comune di trascrivere all'Anagrafe una bimba nata in Usa «si parla della gpa (gestazione per altri ndr.) come di procreazione assistita, quando invece non si tratta della stessa cosa.

Se non sono valide le premesse non sono valide neanche le conclusioni. Qui si chiede al Comune un condono dell'utero in affitto e mi chiedo perchè dobbiamo avvallare un percorso così grave che produce gravi ferite. Mi chiedo perchè chiedere che venga fatto un automatismo per tutti quando credo che sia solo il giudice a dover giudicare il singolo caso». In più interventi la maggioranza ha parlato di un fatto solo tecnico e non politico vista la sentenza in Tribunale: «C'è un dibattito politico ma anche una responsabilità amministrativa - sostiene il capogruppo Pd Filippo Barberis -. Se fosse possibile per la politica attuare o meno sentenze in base a destra e sinistra verrebbe meno lo stato di diritto. Sulla trascrizione siamo d'accordo perchè altrimenti lasciamo dei minori nel limbo, prevale l'interesse del minore piuttosto che il contrasto parziale della pratica della gpa».

Contrario Enrico Marcora (Lista Sala): «È una questione politica e in serve il voto segreto così che ognuno affronti la sua coscienza». Contrarie alla trascrizione Lega e Fi e Matteo Forte (Milano Popolare) ribadisce che «non c'è nessun obbligo da parte del Comune di registrare». A favore la consigliera 5 Stelle Patrizia Bedori.

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