Cronaca locale

Milano, ora l'assessore vuole una sala per le nozze gay

Majorino si scalda per le primarie del Pd e per avere i voti del mondo arcobaleno promette cerimonie

Milano, ora l'assessore vuole una sala per le nozze gay

In due anni e mezzo si sono iscritte al registro comunale delle unioni civili 229 coppie gay. Dopo l'entusiasmo dei primi giorni, anche le coppie omo hanno compreso che, all'atto pratico, il registro è stato poco più di uno spot per la giunta arancione. Senza una legge nazionale che regoli diritti e doveri delle unioni tra persone dello stesso sesso, quello conservato nell'ufficio dell'Anagrafe inaugurati in pompa magna nel settembre 2012 è un pezzo di carta con quasi nessun valore. Le iscrizioni sono diventate non a caso sempre più sporadiche. Eppure l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, pronto a scendere in campo alle primarie del centrosinistra per diventare il candidato sindaco del 2016, per raccattare voti torna a vendere «patacche» al mondo arcobaleno. E lo fa, non a caso, nella Giornata internazionale contro l'omofobia. Un appuntamento importante per la lotta alla discriminazione delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) in tutto il mondo. Ieri l'assessore Majorino ha scritto sul suo profilo Facebook: «Sono convinto che oltre alla stanza dove si registrano le Unioni civili a Milano avremmo bisogno di un luogo pubblico dove poter celebrare le Unioni in questione. Tipo un matrimonio? Sì». Ma persino l'ex presidente di Arcigay Milano, Marco Mori, lo invita subito a non confondere i piani: «Se si tratta delle unioni civili in discussione in Parlamento, condivido. Se si tratta di celebrare le registrazioni sul Registro che è stato gloriosamente approvato in consiglio comunale quella notte di luglio di 3 anni fa, un po' meno. Si rischia di confondere i piani e celebrare qualcosa di diverso, dando l'idea che è possibile qualcosa che ancora non è possibile». Inutile insomma spacciare per matrimonio gay ciò che non è.

Il consigliere Fdi Riccardo De Corato, che già contestò nel 2012 l'istituzione del Registro, ribadisce ora che la giunta «non può mettersi a celebrare le unioni gay, sarebbe anticostituzionale ma pure ridicolo: visto che non è previsto dalla legge, quale giuramento pensa di far scambiare alle coppie? Majorino la smetta di vendere fumo, già i numeri degli iscritti al Registro dopo quasi tre anni la dicono lunga su quanto interessi e sia efficace il provvedimento, si concentri su altre priorità delle Politiche sociali». E De Corato avverte: «Se il sindaco intende celebrare nozze gay sono pronto a rivolgermi nuovamente al prefetto». Palazzo Diotti ha già bloccato le trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero che Giuliano Pisapia aveva registrato all'Anagrafe nonostante l'ordinanza in senso contrario del Ministero degli Interni. Il Comune di recente ha fatto ricorso contro la richiesta di cancellazione.

Al fianco dell'assessore ci sarebbe (o ci sarà= invece la consigliera Pd Paola Bocci, che ha già proposto in aula di individuare spazi civici dove celebrare l'iscrizione al Registro delle unioni civili.

Tra le ipotesi, il Cam di corso Garibaldi.

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