Sono passati «mille giorni dal 24 giugno 2019, quando a Losanna abbiamo conquistato i Giochi invernali Milano-Cortina». Ma «ne mancano circa 1.500» all'inaugurazione del 2026 e «sta procedendo tutto, ma siamo in ritardo e dobbiamo recuperare» ha avvertito ieri il presidente del Coni Giovanni Malagò, a margine del Consiglio nazionale del Coni che per la prima volta nella storia si è tenuto allo stadio di San Siro che ospiterà (ormai senza alternative) la cerimonia di apertura. Malagò giorni fa alla presentazione del progetto del nuovo stadio di Firenze aveva sottolineato che «qui sono stati tutti bravi a percorrere una strada che salvaguardasse la storia ma avesse il coraggio di guardare avanti, sennò dall'impasse che fosse un monumento non se ne veniva fuori. Anche Milano dovrebbe uscire dall'equivoco». E ieri ha ribadito che Firenze «ha agito con chiarezza, con una commissione di altissimo profilo istituzionale, e deciso questo è il progetto che noi vogliamo».
Il sindaco Beppe Sala, invitato con il governatore Attilio Fontana (da remoto) e l'assessore regionale Antonio Rossi a intervenire sui Giochi olimpici in apertura del Consiglio ha ribadito che «per una questione di tempi la cerimonia di apertura sarà al Meazza, e sarà un signor stadio. Mi auguro che il nuovo impianto si faccia ma considerando ricorsi e richieste di referendum è escluso che sia finito in tempo. Io non me ne voglio lavare le mani però quello che dovevo fare per questa fase l'ho fatto, ho dichiarato il pubblico interesse. Ora il tema è se va fatto il dibattito pubblico o no e in attesa del Tar non credo che allungherebbe i tempi. Io più di questo non posso fare. Se Milan e Inter intendono guardare altre opzioni è nei loro diritti. Mi preoccupa parecchio, è impensabile usare il Meazza per concerti o cose del genere. Continuiamo nel dialogo, poi io devo fare rispettare le regole. Fin dall'inizio ho puntato sulla ristrutturazione ma hanno rifiutato l'ipotesi». Europa Verde ieri gli ha scritto sollecitando di aprire subito il dibattito per snellire i tempi. Il sindaco di Sesto San Giovanni invece ha «sollecitato» i club, per lui uno nuovo stadio sarebbe un'opportunità, senza se e senza ma. Ha garantito che se vorranno realizzare lo stadio a Sesto «non sarà complicato viste le norme urbanistiche e le bonifiche già in corso sulle aree Falck. Abbiamo le aree dismesse più grosse d'Europa, lo spazio c'è ed è disponibile ma per prendere una decisione di questa natura bisogna essere d'accordo in tre: Comune, proprietà e club.
Il Comune, come nel 2018, è disponibile, sarebbe un volano per il territorio». E il centrodestra milanese contesta Sala. «Scappa dal dibattito pubblico e cerca di non assumersi le responsabilità. Milano rischia di rimanere con il cerino in mano lasciando che le due società trovino un nuovo spazio fuori città - avverte il capogruppo della Lega Alessandro Verri -. Una giunta seria avrebbe già dovuto avviare un confronto con la città almeno due anni fa e invece Sala, pur di non essere scaricato dai Verdi, preferisce far scappare i club». Anche il capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico vede «all'orizzonte l peggior destino che avevamo ipotizzato da quando s'iniziò a parlare del progetto. Se le squadre decidessero di scappare a gambe levate, dal pantano generato da Sala e Pd Milano si ritroverebbe in casa un monumento all'incapacità decisionale, cosa che il sindaco di centrodestra Di Stefano non farebbe. Sala spieghi quale sarebbe il piano B per il Meazza se davvero i club dovessero lasciarlo». Il capogruppo Pd Filippo Barberis precisa - anche agli alleati di Europa Verde - che la legge sul dibattito pubblico impone di discutere sul progetto preliminare aggiornato, che i club non hanno ancora consegnato.
Oggi Sala sarà presente alla presentazione del progetto dell'Arena di Milano Santa Giulia, il «PalaItalia» per le gare di hockey su cui incombono due ricorsi al Tar. Anche qui Malagò ammette che «sarebbe poco serio se dicessi che non c'è preoccupazione, come su ogni altro lavoro del dossier olimpico ma c'è piena fiducia da parte di chi sta seguendo il dossier, ne parlo quotidianamente con Sala e va detto che il palazzetto visto che è una struttura privata non rientra tra le opere che hanno a che fare con l'Agenzia per le infrastrutture», che fa capo al governo e a cui più volte il capo del Coni ha sollecitato un'accelerata.
Sala anticipa che il progetto «è straordinario, le difficoltà ci sono ma siamo fatti per risolverle». Lunedì atterrerà a Malpensa con il vicesindaco Anna Scavuzzo e il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina, anche la bandiera dei Giochi paralimpici.
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