Malati cronici, Gallera fa i conti per il via «330 strutture e i primi medici di base»

Pochi dottori di famiglia, ma la scadenza è il 30 settembre. Ordine in tilt

Sabrina Cottone

Le difficoltà non mancano nel far andare avanti il nuovo modello di cura dei malati cronici e ad ammetterlo è lo stesso assessore al Welfare, Giulio Gallera, durante la conferenza stampa a Palazzo Lombardia. Ma 330 strutture, tra pubblico e privato, hanno presentato la propria manifestazione di interesse a fare da gestori dei malati cronici. C'è tempo fino al 30 settembre e tra i medici di base hanno aderito in 2.420, il 45,1 per cento, anche se con picchi particolarmente bassi a Milano, dove si viaggia intorno al 30,4%. C'è un'ulteriore polemica con l'opposizione sui numeri per l'esclusione degli over 65 dal calcolo («troppo vicini alla pensione per un sistema nuovo» replica Gallera).

Ma è poca cosa rispetto ai contrasti sulla sostanza. «Siamo all'inizio e nonostante le difficoltà procediamo bene. Il nostro piano di assistenza individuale, come dicono anche le parole, è il contrario della standardizzazione» dice Gallera, commentando i dati. Ci sono picchi come il 77,8% della val Padana o il 69,8% della Brianza. Molto basse invece le adesioni dei pediatri (intorno al 24,9%, con il 18,9 a Milano), spiegabili solo in parte con la minore incidenza di malattie croniche tra i più piccoli. Meno ottimista il capogruppo in commissione Sanità, il pd Carlo Borghetti: «Temiamo trattamenti diversi tra i cronici, in base al fatto che i medici di base abbiano o no aderito alla riforma. Il tema è aggregare i medici e dargli più servizi».

Paradossalmente, la scarsa adesione dei medici a Milano rischia di colpire proprio nella città in cui i rapporti familiari e sociali sono più sfilacciati e i malati cronici in condizione di fragilità sono più soli e per questo trascurano le cure. Nel nuovo modello, sarà invece il medico gestore a prendere in carico il malato cronico, a ricordare gli appuntamenti, verificare che abbia preso le medicine o che si sia pesato regolarmente. I fondi offerti a chi farà da gestore (siano medici o strutture come Rsa, residenze per disabili, poliambulatori, ospedali pubblici o privati) sono di 35, 40 o 45 euro per ogni paziente cronico, in base all'impegno necessario, per le spese di gestione: assunzione di personale, acquisto di software o strumenti. Per il primo anno sono stati stanziati 65 milioni, l'anno prossimo la promessa è che raddoppieranno.

La questione delle risorse rimane la più contestata dai medici, anche se sui metodi dello scontro è in corso una forte spaccatura. Il presidente dell'Ordine, Roberto Rossi, che è anche presidente Snami (il sindacato dei medici di famiglia) è accusato da una nota dalla minoranza dell'Ordine di «usare il «muro contro muro».

Milano, dove lo Snami conta circa

800 iscritti (pari al 14% di tutti i medici di base della Lombardia) è anche il luogo in cui l'adesione va più al rallentatore. «Punteremo sui poliambulatori come Trivulzio e Redealli» dice Gallera con un certo ottimismo.

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