«Malpensa così muore Il Comune difenda gli aeroporti lombardi»

Tatarella, capogruppo Fi, denuncia il silenzio del sindaco sul decreto del ministro Lupi che rischia di affondare lo scalo

Nessuna smentita arriva dal governo alla denuncia dell'europarlamentare di Forza Italia Lara Comi che ha anticipato i contenuti del decreto che il ministro a Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi sarebbe pronto a firmare e che prevede una liberalizzazione per i voli di Linate prolungata ben oltre l'Expo. Un'apertura degli slot (i permessi di decollo) per le tratte europee che si potranno utilizzare anche oltre la chiusura dei cancelli fissata per il 31 ottobre del 2015, con soddisfazione delle compagnie aeree, ma contemporaneamente il rischio (anzi la certezza) che lo scalo di Malpensa sarà cannibalizzato dal city airport milanese. E tutto questo nonostante le assicurazioni che il decreto avrebbe avuto una validità limitata e non avrebbe previsto deroghe per i voli extra Ue.

«Noi non siamo contro Linate - aveva subito assicurato la Comi -, ma vogliamo pari dignità per Malpensa». Perché a preoccupare, oltre alla funzionalità e all'efficienza di un aeroporto nato proprio per servire l'area più industrializzata del Paese e dove si produce buona parte del Pil, sono anche i tantissimi posti di lavoro generati dall'indotto in tutto il territorio circostante. «Il Comune di Milano - attacca il capogruppo di Fi Pietro Tatarella - sembra si sia dimenticato di avere la maggioranza in Sea. E al tavolo che discute la riorganizzazione degli scali è praticamente assente benché sia il maggior azionista di Linate e Malpensa». Per questo, aggiunge Tatarella, «è arrivato il momento che Milano batta un colpo. Una soluzione come quella prospettata dal decreto Lupi è destinata a portare Malpensa a morte certa e questo è un rischio troppo alto». Poi le considerazioni che legano il nuovo intervento di liberalizzazione per Linate alle vicende della compagnia di bandiera. «Per salvare i lavoratori Alitalia - accusa Tatarella - non possiamo sacrificare quelli della Sea e di tutto l'indotto legato a Malpensa, compresi gli addetti alla galleria commerciale dello scalo». Chiaro riferimento al fatto che nel piano degli arabi di Etrihad ci sarebbe la richiesta di puntare su Fiumicino e Linate, riservando a Malpensa un futuro legato alle merci e ai voli cargo. «Occorre aprire un tavolo con il governo sul ruolo di Malpensa - chiede adesso Tatarella -, senza la solita rivalità con Linate». Con la proposta di lavorare su di un progetto di «liberalizzazione dello scalo varesino, in grado di attrarre nuove compagnie estere». A cominciare da un provvedimento per «spostare i voli Easyjet dal terminal 2 al terminal 1, perché non ha senso avere 7 milioni di passeggeri concentrati in un solo gate».

Ma preoccupazione c'è anche nel centrosinistra, dove il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri ricorda che «Lupi ha sempre giurato che ci sarebbe stato un provvedimento temporaneo, limitato ai sei mesi di Expo. Se così non fosse, sarebbe lui il primo a dover rispondere degli impegni che aveva preso».

Per Malpensa Alfieri non chiede «aiuti dal governo, vogliamo solo che possa muoversi con le sue gambe». Perché Malpensa «deve poter stare sul mercato e quindi è importante che ci sia la disponibilità a ridefinire i rapporti bilaterali, in modo che le compagnie aeree possano investire».

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