Le ali di Milano

Malpensa, l'Aeroporto Rovesciato di Levi svela lo scalo "segreto"

Inaugurata alla Porta di Milano, nel Terminal 1, la mostra fotografica digitale del maestro Corrado Levi con 60 scatti di Roberto Macagnino, visibile fino al 21 gennaio 2022. Le foto svelano ai viaggiatori ciò che di norma non si vede ma è il “motore” dello scalo. Nuova iniziativa artistico-culturale di Sea

Mostra Aeroporto Rovesciato, Alessandro Fidato chief operating officer di Sea
Mostra Aeroporto Rovesciato, Alessandro Fidato chief operating officer di Sea

Decollando o atterrando in aeroporto vi è mai capitato di pensare che cosa si nasconde dietro le quinte di una grande “città del volo” come Milano Malpensa? Quali lavori e chi li fa permettendo di far funzionare un meccanismo così complesso? Per la prima volta un’installazione artistica digitale mostra ciò che in un aeroporto non è visibile ai passeggeri. Si tratta di “Aeroporto Rovesciato”, titolo scelto proprio per indicare ciò che si trova “sotto” la normalità di un percorso che nasce al check-in e arriva fino all’imbarco del proprio volo ed è “firmata” dal maestro Corrado Levi.

La mostra, inaugurata oggi alla Porta di Milano dell’aeroporto di Malpensa, e visibile fino al 31 gennaio 2022, consiste in una sequenza di una sessantina di scatti di Roberto Macagnino, scelti da Levi, che illustrano mestieri meno noti che lo hanno affascinato e raccontano ciò che di norma non si vede ma è il “motore” dello scalo: dalle sale di controllo, agli ambienti dedicati alla preparazione dei pasti, ma anche le segnaletiche orizzontali, i depositi e i mezzi in riparazione e banchi di lavoro con chiavi inglesi e maschere da saldatore.
Con questa iniziativa, Sea Aeroporti di Milano ribadisce così il proprio rapporto privilegiato con l’arte, iniziato oltre un decennio fa con la costruzione de La Soglia Magica, un’opera che è diventata la Porta di Milano, il luogo d’eccellenza dove ospitare eventi espositivi che salutano i passeggeri in arrivo e in partenza dal Terminal 1.

Inaugurazione mostra Aeroporto Rovesciato a Malpensa

Di qui sono passati grandi maestri come Fausto Melotti, Marino Marini, Gio Ponti, Giuseppe Pellizza da Volpedo, e autori appartenenti al panorama artistico contemporaneo: Helidon Xhixha, Carlo Bernardini, Alessandro Busci, Daniele Sigalot e altri ancora.

“La fotografia è un’arte che ha il dono di far vedere il mondo attraverso gli occhi di altri, il più delle volte mostrando ciò che non si sarebbe colto – afferma Alessandro Fidato, chief operating officer di Sea. Con questa mostra si va oltre, proprio dove gli occhi del passeggero non sarebbero potuti arrivare. Alla scoperta di persone e luoghi che fanno parte del mondo aeroportuale. Uscendo dai percorsi canonici, intratteniamo per qualche minuto il passeggero che passando dalla Porta di Milano si ferma ad ammirare un’opera unica”.

“Ancora una volta Corrado Levi ha cercato di sollecitare i nostri sguardi e i nostri pensieri – sottolinea Beppe Finessi, curatore della mostra -. E ancora una volta si è messo nei panni degli altri, immedesimandosi nei gesti quotidiani di chi lavora per permetterci di viaggiare: per onorare i nostri impegni spostandoci velocemente da una città all’altra, ma anche per rallentare, svagarci e alleggerire e a volte scappare altrove”.
“E con quei suoi occhi ha cercato di vedere quello che non aveva mai potuto incontrare direttamente - aggiunge -. E per farlo, da regista (leggi progettista) navigato, Levi ha incaricato un fotografo sensibile e capace, Roberto, delegandolo a scattare per lui queste immagini di un “Aeroporto rovesciato”, utilizzando così uno dei suoi modi preferiti di agire, quello di avallare e poi riconoscere le azioni altrui, dopo averle sapientemente istruite”.

Corrado Levi, nato a Torino nel 1936, è una figura poliedrica e multidisciplinare dell’arte e della cultura italiana. Artista, architetto, scrittore e critico, ha sfidato e continua a sfidare le regole restrittive delle singole discipline, aprendo di volta in volta nuove possibilità espressive nella cultura contemporanea. “Sono un italiano di plurima formazione - dice -: allievo, come architetto, di Franco Albini e Carlo Mollino, come scrittore di Karl Kraus e di Erik Satie, come artista di molte generazioni di artisti, dall’Arte Povera di cui imparo il linguaggio, alla Transavanguardia a cui rubo la libertà, ai graffiti di cui invidio la strada, e molti altri”.

Come Alberto Savinio, come Fortunato Depero, come Bruno Munari, maestri troppo liberi per essere inquadrati in ristretti ambiti professionali, in orti disciplinari e consuetudini storiografiche.
Riconosciuto negli anni Ottanta come il “movimentatore massimo di gran parte della scena artistica milanese” (cit. Marco Meneguzzo), Corrado Levi è una figura poliedrica che si occupa di arte tout court rivestendo il ruolo di critico, di curatore, di collezionista e d’artista, tutto vissuto in una chiave personale e unica nel suo genere.

Avvicinatosi all’arte grazie al padre collezionista si appassiona alla costruzione laureandosi in architettura, come assistente di Franco Albini, ne erediterà e metterà in pratica il motto “Non esistono oggetti brutti, basta saperli esporre”.

Fondamentale il viaggio a New York dove trova una situazione di fermento artistico con una grande libertà e facilità sia nel fare arte che nell’esporla con le botteghe dell’East Village che si improvvisano gallerie. A Milano vede una situazione opportuna per ricreare lo stesso spirito di innovazione newyorkese e porta in superficie “l’arte di frontiera” attivando un corso di Progettazione architettonica al Politecnico concepito come una piattaforma di confronto con i propri limiti. Invita persone molto diverse tra loro a tenere conferenze, dai più affermati Richard Long e Alighiero Boetti fino al disk jockey più richiesto in quegli anni, Nicola Guiducci, creando un ponte tra la generazione dei grandi maestri e i giovani contemporanei.

Nell’ insegnamento include tutto ciò che vive nella realtà di quel periodo. Senza discriminazioni. Grazie a queste premesse i suoi allievi decidono di occupare la Brown Boveri, fabbrica abbandonata in cui si crea un collettivo cui partecipa anche Levi, poiché egli ritiene di appartenere a quella generazione, artisticamente parlando.

Levi è convinto che l’artista non è raro, l’importante è la presenza di un ambiente culturalmente accogliente. Così apre un proprio spazio proprio, in via San Gottardo che incarna l’idea di un laboratorio di idee e una palestra per i talentuosi, riuscendo a trasmettere ai giovani con la tipica leggerezza post-industriale degli anni Ottanta un nuovo modo di guardare l’arte. Instancabile sperimentatore, da molti anni conduce un laboratorio di progettazione per la facoltà di Architettura di Milano ed è produttore di arte e di architettura.

AEROPORTO ROVESCIATO di Corrado Levi
Aeroporto di Milano Malpensa, Porta di Milano (Terminal 1)
16 dicembre 2021 – 31 gennaio 2022
A cura di Beppe Finessi
Fotografie di Roberto Macagnino
Testo di curatela: Beppe Finessi
Testo critico: Chiara Alberghina

Ingresso libero
Informazioni: tel. 02 232323

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