«Se continuiamo così, non so se arriverò a fine mandato». Sfogo di una mamma-consigliera. Marilisa D’Amico, divisa tra i banchi del Pd a Palazzo Marino e i tre figli di sedici, dodici e nove anni. E la sproporzione tra il tempo da dedicare all’attività politica e la famiglia per lei sta diventando pesante. Disagio condiviso dalla consigliera della Lista civica x Pisapia, Elisabetta Strada, due figli di diciotto e vent’anni. Lunedì pomeriggio ha preso la parola in aula per lamentarsi dell’organizzazione delle sedute. La mail sulla convocazione per votare il piano di riqualificazione di Sogemi, contestato dal centrodestra con un pacchetto di 350 emendamenti, è stata spedita venerdì sera, chi l’ha letta la mattina stessa ha scoperto che il dibattito era convocato fino a mezzanotte. E la settimana prosegue domani con una seduta i dalle 16.30 a alle 24 e venerdì dalle 16.30 a oltranza. «Per fortuna ho un marito paziente, ma devo sacrificare tempo ai figli, e se facciamo sedute notturne e a oltranza e la mattina alle 8 dobbiamo presentarci al lavoro, come ci arriviamo?» ammette. Le consigliere avevano alzato la voce già a novembre, chiedendo ai colleghi una riforma del regolamento per conciliare i tempi tra politica e famiglia. Marianna De Censi, anche lei del Pd, ha quattro figli e propone almeno di anticipare l’inizio (alle 14.30 invece che alle 16.30) e fissare termine di chiusura massimo delle sedute. Questa settimana c’è il tour de force suila ristrutturazione dell’Ortomercato, ma l’incubo sono il Piano di governo del territorio e il Bilancio, che rischiano di tenere gli schieramenti in aula giorno e notte per tutta la primavera.
La D’Amico non ne fa solo una questione di «genere», ma anche di costi: «Quanto spende il Comune per le sedute a oltranza, tra straordinari del personale e cene?». In Regione va bene l’ostruzionismo, ma viene fissato un termine massimo di discussione e poi si vota. E qui i consiglieri possono discutere 15 minuti su ogni emendamento, perchè non contingentare a 5 minuti?». É convinta che «anche consiglieri del centrodestra sono d’accordo con noi a rivedere il sistema. Forse anche le mogli, due sere fa quella del Pdl Armando Vagliati è andata a trovarlo in aula e ha condiviso la protesta delle donne del Pd. Andrebbe ricordato a chi non c’era, che fino allo scorso maggio tanti dei consiglieri (e assessori) che oggi stanno in maggioranza tenevano blindato in aula le notti il centrodestra con pacchi di emendamenti. «Per carità - ammette la Strada -, ma se era sbagliato anche prima si può correggere il tiro adesso, nel rispetto del dialogo e del confronto con l’opposizione. Si potrebbero fissare sedute tutti i lunedì dalle 14 alle 19 e esercitare la battaglia sugli emendamenti per un tempo più ristretto».
C’era, e di ostruzionismo in aula all’ex sindaco Moratti ne ha fatto su ogni materia, Carmela Rozza, oggi capogruppo del Pd. É d’accordo a mettere mano al regolamento ma «per tutelare su due punti sia noi che l’opposizione: ad esempio, quando può scattare e chi decide di contingentare i tempi del dibattito, e fino a che punto sono ammissibili emendamenti e subemendamenti».
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