Cristina Rossello, commissaria cittadina di Forza Italia. La valorizzazione delle donne nelle liste era un suo obiettivo, l'ha raggiunto?
«Direi proprio di sì. Nella lista per il Consiglio comunale abbiamo cercato di premiare e far salire in grado donne che si sono distinte nelle zone durante il mandato. Nelle prime posizioni ci sono Laura Schiaffino, Elisabetta Carattoni, Silvia Soresina, Rosa Di Vaio e Rosa Pozzani. E corrono con noi eccellenze della società civile come la manager Ida Vouk o Luisa Monini, che si è distinta nell'ambito della ricerca anche internazionale. Poi, dopo i tre capilista, c'è Elisabetta Finkelberg, esponente della sanità e impegnata nel sociale».
Cercavate un capolista della società civile, non avete trovato il profilo giusto?
«Era una delle opzioni. Avevamo disponibilità ma ci siamo interrogati sul tipo di impronta che volevamo dare alla lista e abbiamo optato per un tridente d'attacco politico, capace e radicato sul territorio: il capogruppo uscente Fabrizio De Pasquale, il capogruppo in Regione Gianluca Comazzi e il presidente del Municipio 7 Marco Bestetti. Ma tengo a sottolineare che il 72% dei candidati complessivi, tra Municipi e Palazzo Marino, sono alla prima candidatura».
É un segnale di rinnovamento del partito?
«Esperienza e capacità non sono da rottamare anzi, abbiamo seguito il principio della continuità selettiva, ci sono crescite interne, sono assegnati ruoli importanti a persone con esperienza. Ma abbiamo aperto a esponenti delle varie categorie, ci sono sanitari, ricercatori, avvocati, manager, architetti, agenti assicurativi, commercianti, casalinghe. Abbiamo avuto liste in overbooking, c'è stata una acuta e stretta selezione delle persone».
Alcuni esponenti Fi però sono saltati nelle liste di Lega e Fdi, l'ultimo è Marco Alparone.
«Per noi non sono situazioni così drammatiche, sono persone che comunque passano con alleati, rimangono nello stesso ceppo. Forse hanno trovato una migliore collocazione in altri partiti. Ma non critico, hanno fatto un tratto di strada con noi».
C'è stato un botta e risposta tra Vittorio Feltri, capolista Fdi, che vuol prendere un voto in più della Lega, e Salvini che ribatte che il centrodestra deve prendere un voto in più della sinistra. Entrate nel match?
«Stiamo pensando molto a noi stessi, a fare bene e a porci come la parte più moderata, coi nostri valori liberali, cristiani e europeisti».
Manca meno di un mese al voto, un giudizio sulla campagna del vostro candidato sindaco Luca Bernardo?
«Bernardo ha un approccio molto empatico con la cittadinanza, forse viene dalla sua professione di pediatra, è una persona molto umile, umana, e conosce le problematiche della città».
Pensa che l'elettorato di Sala sia deluso?
«Si è trovato a gestire, o a non saper gestire, un'emergenza Covid pesante e difficile e forse i milanesi ne sono rimasti delusi. Ma lasciamo le critiche e le polemiche ad altri gruppi, non vogliamo la bagarre con il sindaco uscente. Fi non ha mai usato tecniche denigratorie, vogliamo un confronto serio sui contenuti. Il nostro programma, frutto di due anni di lavoro, è pronto da giugno e lo abbiamo messo generosamente a disposizione degli alleati».
Vi siete intestati la scelta del presidente del Municipio 1, corre Federico Benassati, non è una sfida semplice.
«I residenti del
centro hanno diritto ad avere risposte diverse da quelle degli ultimi anni, penso alle imprese e al commercio o alla mobilità. Fi all'opposizione ha svolto un ruolo molto attivo e penso che gli elettori se ne siano accorti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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