Manette a Palazzo Marino Moioli: «Sono sconvolta» E Pisapia: «Noi parte lesa»

(...) Pichera, segretario generale dell'Istituto dei ciechi di Milano, legato a Mercadante da «condotte criminose». Una «cerchia» di scambi e favori di cui farebbe parte anche il prefetto Gian Valerio Lombardi. Spunta la presunta assegnazione di immobili dell'Istituto dei ciechi. Oltre a Mercadante e nipote, tra gli affittuari compaiono l'ex direttore centrale dell'assessorato Carmela Madaffari, una figlia della stessa Moioli. L'ex assessore partecipa alla Commissione bilancio, poi si presenta in consiglio e chiede di prendere la parola: «É la prima volta che mi capita una vicenda di questo tipo, sono colpita e addolorata, farò il possibile perchè su faccia chiarezza e al più presto anche per il mio ruolo di amministratore. Stanno uscendo anche notizie che non corrispondono al vero e vedrò come comportarmi di conseguenza». Riceve un applauso bipartisan di incoraggiamento. Verità, conferma, è che ha conosciuto Mercadante come dirigente scolastico a Bergamo e l'ha chiamato a Palazzo Marino, «per la sua competenza nel settore e ha sempre goduto di fiducia, anche ora non metto la croce addosso a nessuno siamo in fase di indagine, sono garantista». Ma, , «non esiste che io gli abbia dato il potere di firma» e una consulenza avuta tramite Picheca «riguarda il periodo fra maggio e giugno 2011 quando noi non c'eravamo già più». L'aiuto in campagna? «Era uomo di fiducia e lo faceva nel tempo libero». Avrebbe scelto lei anche la Pezzoli, «per mie conoscenze e non per Mercadante, bravissima nel lavoro». La figlia Viviana in un alloggio dell'Istituto dei ciechi? «Tutto in regola, ha partecipato a un bando e ha offerto 1.200 euro, gli altri di meno». L'appartamento è in via Guido D'Arezzo, zona Vercelli. Nega anche i gossip che circolano sulla figlia e Mercadante («lui ha una compagna da 30 anni, lei da 5, non scherziamo»).
Il sindaco Giuliano Pisapia è il primo a intervenire in mattinata sulle tangenti a Palazzo Marino, le Fiamme Gialle erano già arrivate un anno fa in assessorato, «è una brutta vicenda - afferma -, avevamo già spostato il funzionario in un posto di lavoro in cui non potesse avere quelle possibilità di incidere su appalti». Il Comune «segue come parte offesa il procedimento e se verrà richiesto il rinvio a giudizio chiederà di costituirsi parte civile. Se le accuse saranno confermate nei successivi gradi di giudizio, sarà una conferma che in passato ci sono stati episodi di corruzione che oggi stiamo cercando di contrastare con tutti gli strumenti e controlli possibili.

Noi siamo tranquilli» e «la nostra giunta aveva già annullato l'appalto al centro delle indagini dopo un percorso di verifiche». Si difende anche il prefetto. Rileva l'«assoluta e totale infondatezza» delle notizie, con Picheca «ho mantenuto solo relazioni istituzionali».

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