A Milano il nome Edoardo Mangiarotti non è semplicemente sinonimo di re della scherma, di campione olimpionico che con la sue eleganza e la sua destrezza ha collezionato tra il 1936 e il 1960 ben 13 medaglie di cui 6 doro ai Giochi Olimpici e che ad oggi resta latleta più medagliato della storia dItalia. A Milano il nome Edoardo Mangiarotti è legato alla scuola che, da cinquanta anni forma schermidori e sforna campioni. Il suo nome è un mito per centinaia di ragazzini milanesi che a colpi di fioretto sono passati dalle pedane di uno dei Circoli più grandi e più antichi dItalia.
Edoardo Mangiarotti se nè andato. Aveva 93 anni. È morto laltra notte, nella sua casa in via Solferino dove è stata allestita la camera ardente. In quella stessa via dove nel 1967 proprio lui fece risorgere la «Sala Mangiarotti». Era nata nel 1909 in via Chiossetto sotto la direzione del Maestro Caposcuola Giuseppe Mangiarotti, il papà di Edoardo. Poi il trasferimento in via Passione dove rimase 26 anni e una parentesi di 20 anni in cui papà Giuseppe passa alla direzione della Sala d'Armi della Società del Giardino. Nel 1967 la riapertura in via Solferino con Edoardo appunto, dove resta fino al 1980, quando apre la sua sede attuale in via Zarotto. Oggi il Circolo vanta oltre 300 atleti. «Campione straordinario dello sport italiano e mondiale, ha segnato con la sua vita di atleta e di uomo un solco indelebile che, forse ancora a lungo, resterà ineguagliato», ha ricordato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in un telegramma di cordoglio. «Il nostro territorio perde, oggi, a due mesi da Londra 2012, un grande esponente della scherma italiana - ha detto il presidente della Provincia Guido Podestà - Mangiarotti, brianzolo di nascita ma milanese dadozione, condusse, per ben due volte, il gruppo olimpico italiano nelle vesti di portabandiera. Un atleta capace, dunque, di tenere alto il nome della nostra provincia». Per lassessore regionale allo Sport e Giovani, Luciana Ruffinelli, «non se nè andato solo il più medagliato atleta olimpionico italiano di tutti i tempi ma un uomo che ha rappresentato e rappresenterà sempre uno splendido esempio di dedizione e umiltà». «La città perde una figura straordinaria che fino allultimo ha dato tutto se stesso per lo sport e per far crescere le giovani generazioni. Ci lascia in eredità limportante valore dello sport pulito - ha dichiarato lassessore allo Sport del Comune di Milano Chiara Bisconti - Nessuno ha vinto quanto lui. La definizione «mito» nel suo caso non è sprecata. Penso che il suo nome debba comparire nel Famedio dei grandi sportivi milanesi al Cimitero Monumentale».
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