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«Mani libere per il ballottaggio? Noi leghisti sappiamo cosa fare»

«Mani libere per il ballottaggio? Noi leghisti sappiamo cosa fare»

Matteo Salvini, la Lega ha preso una bella bastonata. E soprattutto in Lombardia.
«Non una bastonata, abbiamo perso voti e ce lo siamo meritato».
Perché?
«Perché invece di pensare a Como, Monza o Erba parlavamo di diamanti, lingotti, autisti di Renzo Bossi e tangenti inventate».
Diamanti e lingotti c’erano.
«Siamo stati oggetto di un bombardamento senza precedenti».
Ci sarà mica un complotto.
«Nessun complotto, perché se un consigliere regionale, anzi un ex consigliere va a prendersi una laurea in Albania e un ex tesoriere investiva soldi in lingotti, poi al leghista di Bergamo e all’imprenditore di Brescia gli girano le balle».
Avete perso Cassano Magnago, paese natale di Bossi dove amministravate da vent’anni.
«In questa sconfitta c’è un risvolto positivo: chi votava Lega e oggi è deluso non ha votato a destra o a sinistra, ma è rimasto a casa».
Non ha votato Beppe Grillo?
«No. Si è astenuto e questo vuol dire che se ora lavoriamo bene ci possiamo riprendere il suo voto. E soprattutto la sua fiducia».
Ora ci sono i ballottaggi. Formigoni ha chiesto a Maroni di rifare l’alleanza.
«La mia posizione personale è che siamo partiti da soli e finiamo da soli. È quello che ci chiedono i nostri militanti».
A costo di consegnare tanti comuni del Nord alla sinistra?
«Noi accordi di partito non ne facciamo. Gli elettori scelgano il candidato che gli piace di più».
Nemmeno dopo aver visto i risultati vi siete pentiti di aver spaccato il centrodestra?
«L’altra volta insieme abbiamo vinto tanto, ma adesso abbiamo preso 10 sindaci e siamo al ballottaggio in quattro grossi centri come Tradate, Senago, Cantù e Meda. Vincere da soli vale doppio».
Cosa significa?
«Che se la Lega vuole diventare il primo partito del Nord, deve avere coraggio».
E andare con il Pdl è sbagliato?
«Quando col Pdl si fanno alleanze raffazzonate, è difficile ragionare. Tante giunte sono saltate».
A Monza da soli non siete nemmeno arrivati al ballottaggio. Avete sbagliato candidato?
«Era giusto ricandidare il sindaco uscente. E a Monza la Lega ha preso gli stessi voti di 5 anni fa».
Quindi mai più alleanze?
«Niente, almeno fino a che il Pdl sosterrà un governo tassatore e pericoloso come quello di Monti».
Sembra che i candidati maroniani come Tosi abbiano vinto, i bossiani perso. Ci sono ormai due leghe nella Lega?
«La Lega è una. Questi dibattiti inutili lasciamoli ai giornali».
In tempi di crisi non avete intercettato lo scontento di imprenditori e artigiani del Nord.
«Non a caso abbiamo ricominciato ad occuparci di Imu, Iva, rimborso dei crediti dallo Stato. E in Regione di aiuti alle imprese».
A giugno il congresso in Lombardia e poi quello federale. Rivoluzione nella Lega?
«La Lega non cambia nome come fanno gli altri e non cambia il programma che resta il federalismo, però faremo un bel cambio di uomini e di ruoli».
Salvini diventa il segretario lombardo?
«Ci sono tanti candidati».
In Regione l’alleanza con il Pdl tiene fino alla fine?
«Mi auguro di sì, nonostante le polemiche e le inchieste».
Non è strano?
«No, perché la Lombardia è la regione meglio amministrata d’Italia. Quella con i bilanci a posto e che costa meno ai cittadini».
Dopo la batosta da dove riparte la Lega?
«Da 200 sindaci in Lombardia, 180 vicesindaci, 800 assessori e 2mila consiglieri. Dobbiamo metterli in contatto.

Abbiamo 100 assessori ai servizi sociali, facciamoli incontrare perché se uno ha una buona idea la possa condividere».
Li avete trascurati?
«Invece di investire i soldi in diamanti, usiamoli per far circolare le buone idee della Lega».

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