«Se l'ostruzionismo è fine a sè stesso e ci sono delle scadenze, a un certo punto la maggioranza ha il diritto di poter votare la propria manovra». Basilio Rizzo, presidente del Consiglio comunale sotto attacco del centrodestra per aver contingentato mercoledì notte i tempi della discussione, si difende.
Ha usato il principio dell'urgenza, ma per il voto al Bilancio c'è tempo fino a domenica e il Pdl parla di bluff. Era il caso di togliere la parola così presto?
«Se mi viene detto, e mi è stato ribadito tuttora, che entro il 15 novembre va approvata la manovra o rischiamo di perdere dei mutui importanti, io applico il regolamento e stringo il dibattito. Ovviamente sarebbe meglio evitarlo ma mi sembra che questo non abbia impedito alla minoranza di esprimersi».
Ma non dovrebbe essere uno strumento da utilizzare in casi limite?
«Sono d'accordo, ma se invece di trattare contenuti seri si finisce per discutere su emendamenti che spostano 600 euro di spesa su un bilancio di miliardi, significa fare ostruzionismo fine a sè stesso per impedire che la maggioranza voti il Bilancio in tempo utile. Ormai Pdl e Lega lo fanno su qualsiasi cosa».
Anche contingentare i tempi sta diventando una routine: a luglio era urgentissimo votare il piano sosta ma gli aumenti sono slittati addirittura a dicembre.
«Se la prendano con chi non li ha ancora applicati, anche in quel caso, io sono il presidente del Consiglio e quello che mi viene detto di fare, faccio. L'indicazione era di approvare il piano entro la pausa estiva».
Rizzo, è stato il barricadero del Palazzo nei tanti anni all'opposizione. Ora fa la morale sull'ostruzionismo?
«Io non ho mai fatto emendamenti privi di contenuto.
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