Presidente Cattaneo, che idea si è fatto dell'arresto di Mario Mantovani?
«Siamo di fronte a un imbarbarimento che calpesta qualunque dignità della persona. Chi entra nel tritacarne viene massacrato e buttato in pasto al sistema giudiziario. Questo, da uomo, mi disturba molto».
Pensa che la carcerazione preventiva sia eccessiva?
«Qualche domanda me la pongo: perché la richiesta di arresto è rimasta per 13 mesi sulla scrivania del gip, se davvero si temeva che Mantovani potesse fuggire o reiterare il presunto reato già un anno fa?».
In altri casi, come quello del «sistema Sesto», Filippo Penati non ha fatto nemmeno una notte in carcere.
«Come diceva George Orwell, tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Nel caso di Penati sono stati valutati alcuni elementi per cui i magistrati hanno ritenuto eccessivo il carcere. Non è stato fatto altrettanto per Mantovani».
Ha poca fiducia nella magistratura?
«Se lasciamo passare questo metodo senza indignarci, vuol dire che ci siamo assuefatti alla degenerazione della giustizia. Stiamo bene attenti a non perdere il senso della dignità e della pietà umana. Spesso vediamo che il carcere non viene utilizzato nemmeno nei casi di violenza».
E invece per i reati politici sì.
«Appunto. Mi viene il dubbio che la misura della gravità di un reato sia la posizione che la notizia di un arresto avrà in rassegna stampa».
La coordinatrice di Forza Italia Mariastella Gelmini chiede più sobrietà sul caso.
«Non ho mai sostenuto che un attacco frontale alla magistratura fosse la strada giusta. Il vero potere è silenzioso. La politica deve saper recuperare la propria forza senza urlare, ma con contenuti seri».
Contenuti seri come il documento che sancisce l'alleanza nel centrodestra?
«Esattamente. Quella è una risposta politica in cui tutto il centrodestra si riconosce. E in cui si ribadisce che la coalizione è compatta».
Contemporaneamente anche Alfano ha preso le distanze dal Pd.
«Togliamoci dalla testa che Ncd si sciolga nel Pd. Ncd è sempre stato saldamente ancorato al centrodestra. E in Lombardia proponiamo un modello di buon governo».
Un esempio anche per le alleanze nazionali?
«Diamo la linea anche all'Ncd nazionale, ma vale anche il contrario: se non si riuscisse a fare l'accordo, si lascia spazio a chi vuole che Ncd imbocchi altre strade».
L'accordo del centrodestra lombardo prevede anche un patto per Milano. Potrebbe essere reale l'ipotesi di una candidatura di Maurizio Lupi?
«A livello personale penso di sì. Ha le caratteristiche giuste, è stato un ottimo assessore e conosce molto bene Milano. Ma per scegliere un candidato ci vogliono le condizioni politiche. Stiamo lavorando a questo».
Altro nodo da risolvere: l'assessore al Welfare e il nuovo vicepresidente regionale. Maroni apre a un profilo politico e non tecnico. Cosa ne pensa?
«Va bene, l'ultima parola è sua.
Ma per un ruolo chiave come quello dell'assessore al Welfare ci vuole una figura autorevole, qualcuno che sia riconosciuto anche nel sistema sanitario. Altrimenti non riuscirà a governare la riforma. Non si abbia troppa fretta di decidere. Finché le deleghe sono in mano a Maroni, mi sento garantito».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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