Due volte vicesindaco di Gabriele Albertini e una di Letizia Moratti, consigliere comunale dal 1985 al 2016, deputato, senatore, capogruppo uscente e ricandidato come capolista di Fratelli d'Italia alle Regionali del 4 marzo. Riccardo De Corato è anche la vittima preferita dei centri sociali, continuano ad assaltare il suo gazebo elettorale, l'ultimo episodio lunedì sera in piazza San Babila.
Come se lo spiega questo accanimento?
«Quando ero al governo della città ho fatto rispettare le regole, non a chiacchiere come il sindaco Sala. Il centrodestra ha sgomberato il Conchetta e decine di centri sociali, oggi gli autonomi non fanno neanche più notizia, hanno occupato almeno tre stabili nelle ultime settimane e in Comune non si è scandalizzato nessuno. Quando ero vicesindaco i no global ai cortei sventolavano la mia foto con la scritta Wanted e urlavano lo slogan De Corato disoccupato. Il sottoscritto è sempre stato un loro nemico».
La chiamavano anche vicesindaco sceriffo, un insulto o una medaglia?
«Non mi ha mai infastidito, anzi. Lo sceriffo è colui che combatte l'illegalità diffusa, che sia praticata da clandestini, nomadi, no global. E il fenomeno più grave da combattere è l'abusivismo nelle case popolari che gli autonomi fanno di tutto per agevolare. Sotto le giunte di centrodestra avevamo una squadra di vigili che sgomberava in flagranza, buttava fuori gli abusivi entro 48 ore, adesso per liberare un alloggio serve uno squadrone di assistenti sociali, ghisa, poliziotti, vigili del fuoco. Nello stesso tempo ne occupano altri 3 o 4».
Dopo la marcia per i profughi del 2017 l'assessore Pd Pierfrancesco Majorino ha lanciato per il prossimo 20 maggio un grandissimo meeting antirazzista. Cosa ne pensa?
«Se Majorino è convinto che i milanesi apprezzino la gestione dei profughi da parte del centrosinistra lo sfido a organizzare la marcia per chiedere ancora più immigrati prima del 4 marzo, con in testa il candidato governatore Giorgio Gori. Vedremo se i lombardi salteranno di gioia».
Mi dica tre motivi per rivotare il centrodestra in Regione.
«Abbiamo fatto un regolamento che assegna le case popolari ai residenti da almeno 10 anni. La sinistra ci accusa di aver tagliato fuori gli immigrati? Esatto, prima gli italiani. Abbiamo bloccato prima la moschea a Expo e poi le tre autorizzate a Milano dall'ex sindaco Pisapia. E abbiamo destinato somme rilevanti alla videosorveglianza soprattutto per i piccoli Comuni, dove senza posto di polizia la sera funzionano da deterrente, e per i treni regionali. Il ministro Pinotti aveva promesso soldati a bordo ma chi li ha visti?».
Se Stefano Parisi dovesse dimettersi da Palazzo Marino il posto di consigliere toccherebbe a lei. Vuole sollecitarlo?
«Nel caso fosse eletto in Lazio mi auguro si dimetta a Milano, più che per me per il mio partito: Fdi nel 2016 è rimasto
escluso dal Comune così avremmo di nuovo un rappresentante. Mi soddisfa fare il consigliere comunale. Più che in Regione, dove si legifera, si ha un rapporto quotidiano con i cittadini, possiamo aiutarli a risolvere problemi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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