«Ecco la coppia (politicamente...) più bella del mondo» scrive su twitter Roberto Maroni. E la foto ritrae il candidato presidente della Regione Lombardia vicino a Iwobi Toni, l'assessore ai Servizi sociali di Spirano, in provincia di Bergamo, primo leghista nero ad essere candidato al Pirellone. I due manifesti elettorali sono uno sopra l'altro e sottolineano il corso maroniano della Lega, che ha ormai da tempo abbandonato le polemiche sguaiate contro gli extracomunitari.
Nei depliant arrivati nelle cassette delle poste dei milanesi non c'è alcun accenno al tema stranieri. Ma c'è di più, perché le buone relazioni tra lombardi di sangue e lombardi di adozione sono un motivo di vanto della campagna elettorale. Il tema della sicurezza dei cittadini ha più che mai un ruolo di primo piano nel programma e nelle priorità del centrodestra. Ma è legato alla lotta alla criminalità e non al colore della pelle.
Iwobi Toni da Gusau, in Nigeria, è arrivato in Italia nel 1976 e lavora come informatico. Oltre che occuparsi di assistenza per il suo Comune, è anche un fan del bergamasco, tanto da aver organizzato corsi di dialetto e promosso una segreteria telefonica che risponde «Oela!». Tra le sue dichiarazioni più riproposte quella sull'immigrazione: «È giusto che tutti rispettino le regole. Gli immigrati onesti, integrati e perbene sono i primi a essere d'accordo». Toni è stato il primo leghista in un consiglio comunale, il primo capogruppo, il primo assessore. Adesso si ritrova in un abbinamento elettorale con il segretario della Lega Nord.
Nello stesso giorno, sul medesimo tema, si accende una polemica sul manifesto elettorale di Fabrizio Cecchetti. «Basta furti e violenze! Più sicurezza nelle nostre città» si legge, mentre un uomo attende appostato nell'ombra con una pistola due ragazze che passeggiano. «Manifesto choc», «pelle scura», «tratti somatici non proprio lumbard» scrive Repubblica. E Cecchetti replica: «Nel mio manifesto l'uomo di colore lo vedono solo loro». Il presidente del consiglio lombardo invece vede un tentativo di «buttare fango sulla Lega con le solite false litanie sul razzismo».
Toni che aiutano gli elettori moderati del Pdl. E il candidato Roberto Maroni, il giorno dopo l'appuntamento a due in Fiera, torna a parlare dei rapporti con il Cavaliere e con il Pdl: «L'alleanza con Berlusconi è l'unica possibiltà che ci consente di vincere in Lombardia». Replica anche all'ala radicale del partito: «Qualcuno dice che andare duri e puri ci avrebbe fatto ottenere più voti a livello nazionale ma dico che è meglio avere qualche parlamentare in meno e vincere in Lombardia».
Maroni interviene anche su un altro tema che ha lasciato perplessi non pochi elettori di centrodestra, ovvero il conio locale. La Lega - spiega il suo segretario - non propone una moneta «lombarda» ma una moneta «complementare» sul modello di quanto stanno studiando anche in Francia e Germania per risolvere i problemi di liquidità delle imprese.
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