Non si dà pace la Procura della Repubblica nel suo assedio a Roberto Maroni: ieri il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha depositato il ricorso contro l'assoluzione parziale dell'ex presidente della Regione, decisa dal tribunale al termine del lungo processo per i «favori» chiesti e ottenuti da Maroni a margine di Expo per due sue collaboratrici.
Il 18 giugno i giudici avevano condannato l'ex governatore a un anno di carcere per avere fatto assumere da Eupolis Mara Carluccio. Era caduta però l'accusa più grave, la induzione indebita per il viaggio a Tokyo a spese di Expo preteso (e mai effettuato) per Maria Grazia Paturzo, anch'essa da sempre nello staff di Maroni e secondo la sentenza intima amica.
L'assoluzione di Maroni era, per questa ipotesi di reato, pressoché inevitabile, visto che Christian Malangone, oggi dg del Comune e all'epoca dg di Expo, per la stessa accusa è già stato assolto con sentenza passata in giudicato «perché il fatto non sussiste». Ma in aula Fusco aveva chiesto ugualmente la condanna di Maroni e ora torna sullo stesso obiettivo.
E non è tutto: nei giorni scorsi la Procura ha iscritto nel registro degli
indagati la Paturzo, il deputato Cristina Rossello e l'ex portavoce di Maroni Isabella Votino per falsa testimonianza. La loro colpa: avere negato in aula che tra Maroni e Paturzo ci fosse più che un rapporto di lavoro.LF
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