Maroni: «Formigoni sarà leale Per i sondaggi siamo in testa»

I sondaggi in mano alla Lega, la vedrebbero «in recupero, non solo in Lombardia, ma anche a Roma. Penso che ci siano tutte le condizioni per una straordinaria rimonta». A rivelarlo il candidato governatore Roberto Maroni a Tgcom24, spiegando ieri che in base a una rilevazione realizzata mercoledì, «in Lombardia il consenso della Lega sta aumentando» e la coalizione che lo sostiene nella corsa al Pirellone «è avanti di 3 o 4 punti almeno rispetto alla sinistra».
Anche perché il centrodestra si sta preparando unito ad affrontare una difficile campagna elettorale. Il governatore uscente Roberto Formigoni ha riconosciuto anche davanti alla trasmissione Otto e mezzo di Lilli Gruber di aver perso la sua sfida nel partito per coalizzare tutto il campo moderato intorno alla figura di Gabriele Albertini («che è tutt'ora un deputato europeo con la tessera del Pdl»), ma questo non gli impedirà di appoggiare la candidatura a governatore di Maroni. A riconoscerlo lo stesso segretario della Lega. «L'ho chiamato e ho riconosciuto la sua lealtà - ha spiegato l'ex ministro - ha fatto una battaglia contro questa alleanza» tra Pdl e Lega, «ma, una volta persa la battaglia, Formigoni lealmente è rimasto nel Pdl, non ha fatto come altri». Ma il riconoscimento va anche al di là della stretta cronaca. «Ha lasciato un'eredità di eccellenza in molti settori che io ho intenzione di continuare». E sull'imminente campagna elettorale, «mi fa piacere che lui e il movimento di Cl abbiano deciso di sostenere lealmente la mia candidatura».
Poi Maroni annuncia che Umberto Bossi sarà capolista alla Camera in una delle circoscrizioni della Lombardia, «un riconoscimento non solo alla sua storia, ma anche al fatto che in questi mesi lui ha svolto un ruolo nel tenere unita la Lega. Ci sono stati tentativi di spaccarci e lui si è opposto. Se c'è una fase nuova è merito anche suo». Ma dietro al Senatùr ci saranno molti amministratori rampanti. «Voglio dare spazio - ha spiegato Maroni - ai giovani, a quelli che hanno dimostrato di saper governare il territorio». Quanto alle «mele marce», ha spiegato che «sono state tolte». E poi che «le ramazze sono sempre lì».
Per nulla digerito in via Bellerio l'accordo «segreto», che poi segreto non è rimasto, tra Pierluigi Bersani e Mario Monti che già pensano ad un accordo post elettorale. «La sinistra ha scoperto di non essere invincibile. Che può perdere dopo l'accordo fatto tra me e Berlusconi. E allora pensa di poter vincere attraverso un trucco elettorale, anzi un imbroglio: e cioè far finta di correre avversari, ma fare già l'accordo prima: questo gli elettori lo devono sapere, c'è già un accordo».

E allora «chi vota Monti vota Bersani, chi vota Monti vota Sel e Vendola, in Italia e anche in Lombardia». Dove a correre è l'ex sindaco Gabriele Albertini. «Visto l'inciucio Monti-Bersani, chi vota Albertini fa vincere Ambrosoli». Il voto al candidato centrista «è un voto alla sinistra».

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