Maroni ha detto sì Promosso l'inno della Lombardia di Mogol e Lavezzi

Buona la seconda. Dopo le correzioni, l'inno della Lombardia scritto da Mogol e Mario Lavezzi, si aggiudica l'ok del presidente Roberto Maroni. Una settimana fa il governatore lo aveva giudicato «troppo poco rock». Ora ne è entusiasta: «È un ottimo lavoro, siamo vicini alla conclusione di questo percorso. Rimangono da affinare alcuni aspetti, gli autori ci stanno lavorando e prossimamente organizzeremo una presentazione ufficiale».
Insomma, le consultazioni tra musicisti stanno proseguendo e i suggerimenti di Maroni (che tra l'altro è tastierista dei Distretto 51 e profondo appassionato di musica) hanno dato il tocco finale per una colonna sonora come si deve alla festa della Lombardia. Che arriverà un po' in ritardo rispetto agli annunci iniziali (avrebbe dovuto essere pronta a settembre) ma che si preannuncia grintosa e originale. L'idea è nata qualche mese fa quando Maroni e Mogol si incrociarono negli uffici della Regione. «Perché non facciamo un inno per la Lombardia? - propose il governatore leghista - Tu scrivi il testo». Per la musica è stato ingaggiato niente po' po' di meno che Lavezzi, ex «Camaleonte» e autore delle più belle canzoni di parecchi artisti italiani. Inizialmente si era deciso di utilizzare come base «Per la gloria», il pezzo che nel 1991 fu dedicato a Chico Mendes.

Ma Maroni, evidentemente, non è rimasto soddisfatto di quella melodia, forse più adatta a raccontare il sindacalista-ambientalista brasiliano assassinato nel 1988. Con i nuovi spartiti, a quanto pare, si picchia un po' di più sui tasti.

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