Maroni vede il Cav ma per la giunta la fumata è grigia

Maroni vede il Cav ma per la giunta la fumata è grigia

La fumata al Pirellone è solo grigia. Perché per varare la giunta non è bastato l'incontro di ieri al san Raffaele tra Silvio Berlusconi, il neo governatore Roberto Maroni e il coordinatore del Pdl Mario Mantovani. Da sciogliere c'è ancora il nodo della casella da assegnare all'anima ciellina e da placare l'agitazione dovuta al nome della giornalista sportiva Paola Ferrari proposta da Daniela Santanché. Ma saranno ore di trattative anche per la richiesta di Maroni che oltre alla delega alla Sicurezza vorrebbe per sé quella alle Grandi opere. E un paio di caselle ballano anche nel derby tra Lega e Lista Maroni.
Al momento Mantovani sarà il vice di Maroni, aggiungendo al prestigio dell'incarico le deleghe alla Sanità che con la cifra monstre di 18 miliardi di euro all'anno valgono da sole l'80 per cento del bilancio regionale. Un incarico che costringerà Mantovani a dimettersi da sindaco di Arconate e da senatore, lasciando il posto a quel Sante Zuffada considerato un suo fedelissimo. Conferme per l'ex sottosegretario Valentina Aprea indicato direttamente da Berlusconi, ma che potrebbe dover rinunciare alle deleghe a Istruzione e Formazione che con la Cultura potrebbero andare proprio alla Ferrari. In quota Mariastrella Gelmini entrerà in giunta il bresciano Alberto Cavalli che si occuperà di Commercio e Turismo. Per Cl in corsa Carolina Pellegrini e Luca Del Gobbo, a meno che Maurizio Lupi non peschi nella Compagnia delle opere. Per gli altri posti Maurizio Del Tenno forse alle Infrastrutture ed Elena Centemero. Urbanistica e Territorio dovrebbero andare ai Fratelli d'Italia con Viviana Beccalossi.
Scontato nella Lega il passaggio di Andrea Gibelli dalla vice presidenza al prestigioso ruolo di segretario generale occupato per 18 anni dal potentissimo Nicolamaria Sanese, l'uomo forte di Maroni in giunta sarà il bocconiano Massimo Garavaglia che lascerà Palazzo Madama per tenere i cordoni del Bilancio. E già ieri ha parlato da assessore in pectore condannando la retrocessione della Lombardia in conseguenza di quella dell'Italia. «Il declassamento della Regione fatto dall'agenzia di rating Fitch - il suo attacco che lascia intravedere la direzione della sua politica economica - dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che il Patto di stabilità non ha alcun senso perché la Lombardia, la regione locomotiva del Paese, è costretta a fermarsi e subire un altro declassamento, quando ciò avviene solo perché le vengono tarpate le ali». Una norma da cambiare «con le buone o con le cattive». Gli altri sicuri sono l'olimpionico della canoa e portabandiera azzurro Antonio Rossi che avrà lo Sport, e il deputato mantovano Gianni Fava all'Agricoltura. La direttrice dell'Asl di Monza Maria Cristina Cantù avrà Famiglia e Welfare, deleghe considerate cruciali dal Carroccio e che sarebbero dovute andare al segretario Matteo Salvini se Maroni non gli avesse chiesto di occuparsi a tempo pieno del partito.

A completare la pattuglia delle walchirie leghiste il sindaco di Dalmine Claudia Terzi e la presidente del consiglio comunale di Brescia Simona Bordonali. Da decidere il destino dell'ex assessore in quota an Luca Ferrazzi passato con la Lista Maroni.

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