Un matinée a tutto jazz sulle note di Aaron Parks

Un matinée a tutto jazz sulle note di Aaron Parks

Bill Evans, Paul Bley e Brad Mehldau. Quando si parla di Aaron Parks, esponente di punta della cosiddetta «nouvelle vague» del pianismo jazz statunitense, ospite domani mattina (ore 11, ingresso 12/8 euro) di «Aperitivo in Concerto» al Teatro Manzoni, i paragoni eccellenti si sprecano.
Non c'è da sorprendersi. D'altronde, questo timido ragazzo di Seattle (che ha compiuto 30 anni lo scorso 7 ottobre), con base operativa ormai qualche anno in quel di Brooklyn, ha tutto per lasciare il segno. Elogiato da fan e critici indistintamente per la tecnica davvero fuori del comune e il delizioso tocco melodico, la fantasia improvvisativa e il calore interpretativo, sin dagli esordi ha impressionato tutti per la sua incredibile padronanza dell'intero «lessico jazzistico».
Dopo aver costruito la sua formazione musicale alla «Manhattan School of Music», - fu allievo del grande Kenny Barron («questo ragazzo ha un approccio al pianoforte assolutamente magico», disse di lui il pianista di Philadelphia) -, il nostro ha inciso una manciata di album a proprio nome per la Keynote Records e qualche anno fa è stato pure nominato «Cole Porter Fellow» dalla «American Pianists Association». E stata però la sua partecipazione al quintetto del grande trombettista Terence Blanchard a farlo emergere con prepotenza sulla scena internazionale. Archiviata l'esperienza con Blanchard, ha poi collaborato, tra gli altri, con jazzisti (affermati ed emergenti) del calibro Joshua Redman, Kurt Rosenwinkel, Christian Scott, Gretchen Parlato, Ambrose Akinmusire, Kendrick Scott e Mike Moreno. Ad accompagnare Parks in questa sua prima esibizione in terra italiana come leader, l'eccellente contrabbassista danese Anders Christensen (un altro virtuoso di grande originalità) e il batterista RJ Miller. Al centro del live milanese l'applauditissimo lavoro solistico «Arborescence», il primo album inciso per la mitica etichetta tedesca ECM (la stessa che, tra il 1971 e il 1972. pubblicò «Piano Improvisations Vol.1» di Chick Corea e «Facing You» di Keith Jarret: due capolavori assoluti!), concentrato di lirismo e dinamicità.

«Con questo lavoro in solitudine Parks esprime la sua sensibilità più intima e raffinata», ha scritto Vincenzo Roggero per Allaboutjazz Italian. «In una parsimonia di note che ne amplifica il valore specifico, emerge l'amore per la musica colta del Novecento con echi di romanticismo e più di un riferimento alla corrente minimalista». Capito l'antifona?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica