Cronaca locale

Maxi bolletta fantasma dopo 20 anni

Maxi bolletta fantasma dopo 20 anni

Chiudere un negozio e scoprire, vent'anni dopo, che il contatore del gas non è mai stato disattivato correttamente. E ritrovarsi così di fronte una bolletta da quasi 600 euro. Più che una disavventura un incubo per Mina G., una parrucchiera di Milano che, dopo aver abbassato la saracinesca del suo negozio di via Morosini nel 1992, non avrebbe mai pensato di ritrovarsi, nel 2013, a dover pagare una cifra enorme. Che tiene conto solo delle spese relative all'apertura del contatore del gas e non dei consumi, sospesi insieme con il contratto di fornitura da A2A. «Quando ho chiuso il mio negozio ero convinta che tutto fosse stato fatto correttamente. Tanto che dopo di me è arrivata un'altra parrucchiera e poi si sono succedute diverse altre attività commerciali - spiega Mina -. Invece lo scorso dicembre mi è arrivato il primo sollecito di pagamento. La cifra sfiora i 600 euro. Sono corsa negli uffici di A2A per capire cosa fosse successo, e mi hanno risposto che il contatore del gas in tutti questi anni non è mai stato chiuso e che quindi adesso devo pagare le spese, che si sono accumulate». La parrucchiera, incredula, mostra la bolletta che riguarda le spese di mantenimento del contatore dal 2005 a oggi. Piccoli importi, circa venti euro per ogni voce, che però sommati fanno una piccola fortuna. «Non ho nessuna intenzione di pagare questi soldi. Non è giusto, non è colpa mia se i tecnici dell'azienda non hanno chiuso il contatore come avrebbero dovuto fare. Inoltre mi chiedo perché questo sollecito sia arrivato vent'anni dopo. Se mi fosse stato mandato nel 1993 avremmo chiuso la pratica con pochi spiccioli». Mentre oggi, con 600 euro di debito, è anche difficile risalire alla documentazione dell'epoca, al commercialista che aveva seguito la pratica e a tutte le persone che, nel corso degli anni, hanno lavorato all'interno di quel locale. «Finora mi sono arrivate tre raccomandate, l'ultima il 5 agosto. Ho paura che siano solo le prime - prosegue Mina -. Per il momento mi chiedono di pagare le spese dal 2005 a oggi. Ma sono terrorizzata di ricevere solleciti anche per gli anni precedenti». Ma c'è di più. «A luglio sono andata sul posto, dove adesso c'è una tintoria, con alcuni tecnici dell'azienda di fornitura per presenziare alla chiusura definitiva del contatore - rivela Mina -. Ancora una volta pensavo che tutto fosse andato bene, invece ad agosto mi è arrivato un ulteriore sollecito nel quale A2A afferma che il contatore risulta ancora attivo». Insomma, uscirne sembra davvero difficile. «Su queste raccomandate non c'è scritto cosa succede in caso di mancato pagamento. Di sicuro non possono tagliarmi il gas, visto che non ne usufruisco da vent'anni.

Quindi per adesso sospendo qualunque pagamento, in attesa di capire se c'è stato un errore e come sia possibile riparare».

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