McDonald's a Pisapia: «Vogliamo tavoli all'aperto in piazza dei Mercanti»

«McDonald's è una ricchezza per Milano, e non solo». Quindi «lavoriamo insieme per cercare altri luoghi dove possa aprire». Consegna delle chiavi, stretta di mano con l'ad e foto davanti alla «M» simbolo della multinazionale. Ci mancava che Giuliano Pisapia arrivasse con le Nike ai piedi, e al cugino-leader dei no global Vittorio Agnoletto probabilmente sarebbe venuto un colpo. Già al sindaco di sinistra varcare la porta del fast food odiato a sinistra creava un certo imbarazzo. Ma ancora meno aveva digerito due settimane fa quel «pranzo democratico» organizzato dalla catena Usa in Galleria, l'ultimo prima della chiusura definitiva visto che il locale è sotto sfratto, la giunta Pisapia ha aggiudicato gli spazi a Prada che ha vinto il bando del Comune un anno fa battendo anche la Apple. Cinquemila persone in coda per hamburger e patatine gratis, una grande festa di cui parlarono tg e giornali. McDonald's col pranzo democratico e popolare, cacciato da una sinistra che preferisce le griffe. Il messaggio lanciato quel giorno non è piaciuto a Palazzo Marino. Ieri la cerimonia riparatoria. L'ad Roberto Masi ha invitato il sindaco all'ultima (questa volta davvero) manifestazione nei locali che verranno restituiti domani al Comune. Di nuovo 2mila persone in fila, questa volta per gli assaggi gratuiti di prodotti made in Italy che saranno gli ingredienti dei panini al lancio nei prossimi giorni: provolone, salame di calabria, asiago, speck dell'Alto Adige. Riconsegna ufficiale delle chiavi a Pisapia, stretta di mano. Pace fatta? «Non c'è guerra, c'è uno spirito di collaborazione. C'è stato un bando e McDonald's non lo ha vinto. Si è aperto un percorso di collaborazione e spero che queste chiavi presto vengano scambiate con quelle di un altro luogo della città, perchè Milano deve garantire un'offerta di cibo e alimentazione per tutti». Pace forse. Masi ieri ha evitato polemiche, anzi assicura che «ci sono stati segnali incoraggianti da parte del Comune, i funzionari stanno lavorando per offrirci la possibilità di aprire un nuovo locale o ampliarne altri già esistenti». Ma nell'attesa di nuovi sviluppi, nessun dietrofront sul ricorso da 20 milioni di euro di McDonald's contro il Comune, la catena ha fatto causa contro lo sfratto e «andiamo avanti - ha affermato l'ad -. Abbiamo visto qualcosa che a noi non è chiaro, non c'è stata possibilità di esercitare il diritto di prelazione. Non abbiamo potuto partecipare all'asta perchè il bando prevedeva un'attività a prevalenza tecnologica. Ci ha sorpreso che abbia vinto Prada». Ma dice chiaramente cosa potrebbe ammorbidire la linea della società. Invece di un luogo nuovo «potremmo allargare quelli già aperti, ad esempio il locale di piazza Duomo». Da 6 anni «chiediamo il diritto di occupazione del suolo pubblico in piazza dei Mercanti, sul retro», per creare una terrazza o dehors. Cosa dirà l'Anpi, che fece resistenza alle sfilate di moda nella Loggia i o all'apertura di un grande ufficio per Expo?
Dei nuovi «inquilini» in Galleria si è tornato a parlare ieri in consiglio. Armani subentrerà a Zadi camicie (accanto a Gucci) che si trasferirà a sua volta al posto di Fans Shop.

Un valzer di cessioni del ramo di azienda che vale 9,5 milioni (7,4 quelli che Armani versa a Zadi, il cravattificio ne paga 1,9 al Fans Shop). Il Comune guadagna il raddoppio dell'affitto. «Tanto valeva dare in gestione la Galleria ai privati» attacca il capogruppo Pdl Carlo Masseroli che chiede una commissione per chiarire il caso.

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