Centro di ricerca di Epidemiologia e sorveglianza molecolare delle infezioni (EpiSoMi), è basato sull'isolamento e la caratterizzazione dei genomi di tre pazienti appartenenti al primo gruppo di 16 casi provenienti dalla provincia di Lodi tra il 20 e il 21 febbraio, quando è «drammaticamente emerso il primo cluster Italiano di trasmissione di SARS-CoV-2, apparentemente senza alcun collegamento con la Cina».
Oggetto dell'indagine 52 genomi virali completi di Sars-Cov-2 depositati in banche dati. Il confronto dei genomi con quelli disponibili nella banca dati GISAID ha permesso di capire che «il ceppo è strettamente correlato a quello isolato per la prima volta da un paziente ammalatosi di COVID-19 tra il 24 e il 27 gennaio in Baviera, in seguito a una riunione aziendale avvenuta qualche giorno prima vicino Monaco, a cui aveva partecipato una manager cinese proveniente da Shangai, che aveva riconosciuto i sintomi di COVID-19 solo al ritorno in patria».
Tradotto: c'è una parentela tra il virus che circolava in Germania a gennaio e quello che è arrivato a Codogno. In sostanza il contagio è arrivato dalla Baviera (sono 14 i casi a fine gennaio) in Italia, diffondendosi poi nel resto d'Europa. Lo stesso ceppo virale è stato isolato non solo in Italia, ma in altri Paesi Europei e dell'America Latina, in cui è stato importato.
L'indagine ha permesso anche di ricostruire il periodo più probabile di penetrazione del ceppo in Italia, cioè tra la fine di gennaio e i primi di febbraio, quindi almeno una ventina di giorni prima che fosse confermato il primo caso italiano all'ospedale di Codogno. «La tempistica epidemiologica osserva Gianguglielmo Zehender, primo autore dello studio - mostra come i casi Bavaresi abbiano preceduto la comparsa dei primi casi italiani di almeno un mese e suggerisce che quella emersa drammaticamente con il cluster lombardo delinei un'epidemia di estensione europea. La circolazione nascosta del virus nella popolazione per alcuni giorni prima della manifestazione dei casi conclamati di malattia può rappresentare la ragione dell'ampia diffusione del virus ormai evidente a livello globale».
Altra scoperta importante riguarda la mutazione genica
del virus a Rna come questo, che non sembra avere riflesso sulla sua virulenza. Tradotto: la mortalità maggiore in Italia dei malati Covid rispetto a quella in altri paesi non sembra essere legata alle mutazioni del virus.
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