«Meglio privatizzare la Sea» E a sinistra non è più un tabù

Assolombarda mette sul tavolo l'apertura al mercato Pd e Rifondazione comunista: «Disponibili a parlarne» Modiano frena: «Non è detto che il privato sia meglio»

«Meglio privatizzare la Sea» E a sinistra non è più un tabù

Privatizzare Sea si o no? È stato uno dei temi principali del convegno aperto ieri da Assolombarda e altri enti a proposito di mobilità e aree metropolitane. La gestione degli scali aerei è, secondo il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca, fondamentale: «Uno dei principali moltiplicatori di competitività globale di una grande area metropolitana – ha affermato - è la connettività aerea intercontinentale. Milano ha molto da recuperare. Fatto 100 il valore di connettività aerea intercontinentale registrato da Londra, Milano si attesta a 24 contro 46 di Monaco e 93 di Francoforte». E per raggiungere lo scopo c'è un piano in tre punti: «Primo: va evitata ogni tentazione di limitare Linate. Tutte le destinazioni europee vanno consentite senza limitazione di voli giornalieri. Basta con l'illusione che limitare Linate serva a reggere meglio Malpensa, come se il traffico si spostasse per vasi comunicanti e non per costi opportunità. Secondo: Malpensa ha bisogno del maggior numero possibile di accordi bilaterali. Le attuali norme europee e internazionali purtroppo sono vincolanti, ma se necessario devono essere rese più flessibili. Vanno moltiplicati accordi come quello recentissimo con la Cina, che prevede sin da quest'anno la possibilità di incrementare voli e città servite di entrambi i Paesi. Terzo: diamo una regia agli scali lombardi, apriamo al mercato l'azionariato Sea».

Pietro Modiano, presidente delegato Sea, non è sulla stessa linea: «I paragoni con Francoforte o Londra sono come dire che il Cesena deve vincere la Champions - ha esordito - non siamo più un hub, ma nonostante questo i nostri conti sono in crescita e abbiamo gestito anche la questione handling senza troppi disagi per i passeggeri. Per quanto riguarda i soci poi la questione non è se siano pubblici o privati, ma se sono o no buoni azionisti noi con questi ora siamo sulla strada giusta».

«Non è un tabù» ha commentato il segretario milanese del Pd, Pietro Bussolati, a proposito della sollecitazione arrivata oggi nel corso della Mobility Conference 2015. Anzi, ricorda, «in tempi non sospetti avevamo detto che la vendita o la quotazione non ci sarebbe dispiaciuta, se finalizzata a fare investimenti infrastrutturali o nelle case popolari». «Bisogna capire tempi e modalità con il management della società aeroportuale, non bisogna avere fretta». Di sicuro «non c'è nessun tabù, credo anche in consiglio ci possano essere ampie maggioranze se l'operazione è finalizzata a trovare risorse da investire su infrastrutture e case popolari. Penso - aggiunge - che ci possano essere novità anche nei nostri alleati a sinistra. Credo sarebbero disponibili almeno a ragionarci».

E anche Basilio Rizzo, «ala sinistra» il Comune, non è contrario per principio: «Sea fino ad ora è andata avanti con grossi finanziamenti pubblici, cioè soldi di tutti, per questo credo che il punto centrale sia come viene gestita la società; detto questo non sono contrario, anche se la presenza del pubblico ha garantito alcuni aspetti come i posti di lavoro, ma se il patrimonio accumulato si vuole spostare con la certezza che la ricchezza accumulata non vada perduta, non sono contrario ad aprire Sea ai privati».

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