Melazzini va all'Aifa e accelera il rimpasto

L'assessore all'Università chiamato dalla Lorenzin all'Agenzia del farmaco. Gli equilibri sono a rischio

Maria SorbiRinnovo delle commissioni consiliari, nomine dei manager della sanità e rimpasto di giunta: in queste ore in Regione Lombardia si sta giocando una triplice partita a risiko. Le pedine da piazzare sono tante e le tensioni pure. Tra Ncd e Forza Italia, tra Forza Italia e Lega e tra Pd e Movimento cinque stelle. Un tutti contro tutti che rischia di alterare gli equilibri, soprattutto all'interno della coalizione di centrodestra.A scuotere le riunioni e i tavoli politici arriva anche la notizia del nuovo ruolo (non ancora ufficiale) dell'assessore lombardo all'Università e Ricerca Mario Melazzini alla presidenza dell'Aifa, l'agenzia del farmaco. A fare il suo nome è stato il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin per sostituire Sergio Pecorelli, che si è dimesso dopo essere stato sospeso per conflitto di interessi. Se Melazzini accettasse, dovrebbe quasi sicuramente lasciare la poltrona da assessore. E quindi il rimpasto di giunta non riguarderebbe solo la carica del super assessorato alla Sanità (ora ricoperta ad interim dal presidente Roberto Maroni) ma si giocherebbe anche sull'assessorato di Ncd. Un assessorato che, a dirla tutta, cammin facendo è stato parecchio impoverito, poiché le deleghe alle Attività produttive sono passate in mano a Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico. L'incarico potrebbe essere ricoperto da Angelo Capelli o dal capogruppo Ncd Luca De Gobbo. E quindi si prospetta anche il ripescaggio in Regione di un nuovo consigliere: in lista c'è Vittorio Pesato di Forza Italia. In questo modo la squadra degli azzurri salirebbe a 12 rappresentanti e Ncd perderebbe un altro banco, dopo quello lasciato dal medico Stefano Carugo. La questione rimpasto tuttavia slitta alla prossima settimana. Queste sono infatti le ore calde per definire la mappa dei nuovi 36 direttori generali della sanità: il presidente Maroni sta ascoltando i «desiderata» dei vari partiti e annuncerà la squadra dei manager nella giunta straordinaria di sabato. In base alle ultime indiscrezioni, sembra che il presidente lombardo voglia lasciare al loro posto i direttori che sono stati promossi al test e nominare in un secondo momento i quattro direttori degli Irccs (Policlinico, Istituto Tumori, Besta, San Matteo). E proprio qui si giocano gli equilibri Lega-Fi. A Forza Italia andrebbero le presidenze di Policlinico e Istituto Tumori (il cui direttore generale però resterebbe in seno al Carroccio), il Gaetano Pini, la ex Asl di Milano (ora Ats) e l'azienda ospedaliera di Melegnano. Alla Lega spetterebbero la guida del super ospedale del Bambino e l'Asst Nord Milano. A Ncd potrebbe essere assegnato l'ospedale di Legnano. Il San Carlo, accorpato con il San Paolo, resterebbe in area Fdi. Nominando in un secondo momento i direttori degli Irccs, il governatore Maroni potrebbe by-passate i risultati del quizzone e pescare i nomi anche tra quanti non hanno passato il test o non ha nemmeno partecipato. Ad esempio il direttore generale della Sanità in Lombardia Walter Bergamaschi o Armando Gozzini, direttore dell'ospedale di Busto Arsizio (bocciato al test).

La danza delle nomine potrebbe anche aprire posizioni di dirigenza interne alla regione. Soprattutto se i dirigenti alla programmazione sanitaria Luca Merlino e il direttore dell'Arpa Michele Camisasca dovessero ricevere qualche incarico ospedaliero.

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