«L'ente era ben organizzato, ma c'erano tante sacche di sprechi. Oggi non si può più» pontificava Gabriella Iacono, arrivata alla presidenza di Milano Ristorazione nel settembre 2011 (nominata dal sindaco Pisapia) dalla Gemeaz Cuisine, nel 2012 annunciando di voler recuperare nel 2013 un milione di euro. Bene, ora il suo mandato è in scadenza (la carica è rinnovabile, 13 le candidature presentate) e porta con sé il fardello di un buco di 1,5 milioni di euro, per la prima volta dalla sua costituzione, senza contare i 10 milioni di rette non versate, ancora da recuperare. L'impressione, però, alla fine del triennio di presidenza è che Iacono non solo non abbia risparmiato, ma anzi abbia speso più dei suoi predecessori, tra licenziamenti senza giusta causa, buone uscite e patteggiamenti, acquisti non oculatissimi (contenitori per trasportare il cibo in inox, per 800mila euro, e il passaggio dal grana al parmigiano per 200mila euro), consulenze legali, costi per la selezione del personale.
SPESE LEGALI
Le spese legali, tanto per cominciare. Sono passate da 84.492 euro del 2009 a 210.732 del 2012 ai 240.000 euro fino all'ottobre 2013. La società partecipata vanta a libro paga ben 11 studi legali. Cui bisogna aggiungere 34.500 euro+iva per la «revisione legale dei conti e revisione prospetto saldi a credito e a debito verso il Comune di Milano - fornitore» a cura della PricewaterhouseCoopers spa, compito che rientra di solito nella normale gestione aziendale.
A cosa si devono spese legali così alte? A licenziamenti fatti non proprio a regola d'arte.
LICENZIAMENTI
Si registra un grande movimento nell'organigramma dell'azienda, tra dirigenti e quadri allontanati e assunti, funzionari licenziati senza motivo in causa, dipendenti reintegrati. A questo ricambio veloce corrispondono le cifre per consulenze legali e risarcimenti vari. Solo la cancellazione del vecchio consiglio di amministrazione costa all'azienda 280mila euro lordi, soldi peraltro non ancora saldati ai ricorrenti, nonostante la sentenza.
ASSUNZIONI E CONSULENZE
Solo nel 2013 le spese per la selezione del personale ammontano a 64mila euro. Alessandra Bini viene assunta come Responsabile sicurezza e qualità alimentare per 64mila euro annue lorde (4000 euro il costo della consulenza della società di selezione Michael Page), l'assunzione di Elisabetta Bazzoni come Direttore amministrativo e controllo costa 20mila euro per la selezione (90mila euro annue lorde il suo stipendio). La responsabile delle Risorse umane, invece, Monica Lucci, il giorno successivo al superamento del periodo (ottobre) si assenta. Il suo stipendio si attestava sui 2500 euro per 14 mensilità. È in aspettativa fino al gennaio 2016.
Così per le «relazioni pubbliche, comunicazione strategica l'ufficio stampa» si decide, per la prima volta, di ricorrere a un consulente esterno per un importo complessivo contrattuale di 107.244 euro.
Tra il primo e il secondo direttore generale viene conferito un incarico esterno ad personam con un compenso di 30mila euro per tre mesi. Fabrizio de Fabritiis, titolare della Beni pubblici srl, a febbraio 2013, riceve anche l'incarico di responsabile del Modello 231 (decreto legge 231/2001)per ulteriori 35mila euro.
AUTOVETTURE
Per risparmiare la presidente Iacono toglie la dotazione delle auto aziendali per i 21 responsabili della verifica delle cucine, che le usavano per spostarsi da un centro cottura all'altro. I dipendenti hanno fatto ricorso.
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