Mercati, le pagelle dei clienti: si risparmia ma sono insicuri

Solo a Pagano, dichiarazione di chi ci fa la spesa abitualmente, «vai tranquillo anche se lasci la borsa aperta». Ma gli altri mercati, se piacciono per il buon rapporto tra qualità e prezzo e perché, parola di anziani, «puoi incontrare gente che conosci», sono bocciati alla voce sicurezza. Per questo chiedono più forze dell’ordine e anche le telecamere. I clienti extracomunitari solidarizzano invece con gli abusivi: «Devono pur lavorare anche loro». L’assessore alle Attività produttive del Comune Tiziana Maiolo ha commissionato alla società Costumized research & analysis un’indagine sui mercati scoperti della città, chiedendo a un campione di 2.770 frequentatori - italiani e stranieri, ma anche associazioni dei residenti - di dare le pagelle.
Sotto la lente, in particolare, 5 realtà diverse: il mercato di via Benedetto Marcello (centrale, di successo e di grandi dimensioni), Cermenate (periferico, tendenzialmente di successo, grande), Pagano (centrale, di successo, piccole dimensioni), Cabella (periferico, di medio successo, piccolo) e Pistoia (in periferia, piccolo, non di successo). Se gli stranieri vanno a fare la spesa sulle bancarelle solo per risparmiare, gli italiani cercano anche il «contorno»: prodotti freschi o sfiziosi, rapporto di fiducia, relax. Ma la carenza di ordine, pulizia e sicurezza, il rischio di «fregature» e l’eccessiva presenza di stranieri - sia clienti che venditori - sono motivi di resistenza. Per i giovani l’acquisto è un optional, ci vanno perché «in pausa pranzo è uno svago piacevole».
Il mercato di Cermenate è esteso e vario, gli ambulanti allegri e vivaci, ma la disposizione dei banchi disordinata e in alcuni punti si fatica a passare, questo favorisce i borseggi. La scelta dei prodotti è vasta e i prezzi competitivi. Alcuni stranieri si sentono discriminati dagli altri clienti, mentre i residenti si lamentano perché la massiccia presenza di stranieri ha abbassato il livello della merce, diventata più economica e scadente. «Troppe cinesate» anche in via Benedetto Marcello, dove le bancarelle sono affiancate in modo casuale e nella prima parte (da via Vitruvio) è stretto e si fa fatica a passarci con trolley e passeggini. La vicinanza con la Centrale con lo rende ben frequentato, «molti stranieri non sembrano lì per comprare», accusano gli italiani, «molti i borseggiatori».
Apprezzato per la varietà delle merci, ma «vengono rifilate spesso fregature, soprattutto per frutta e verdura». Pollice verso per disordine e sporcizia. Tutt’altra fotografia a Pagano: banchi suddivisi in modo preciso (a destra vestiti e accessori, a sinistra gli alimentari), prezzi alti (uva a 2,9 euro al chilo, stivali a 140 euro) ma compensati da qualità e tipologie (primizie, cachemire). È un mercato d’élite, persino snob, frequentato solo da italiani o domestiche filippine.
In via Cabella si torna al mercato «caotico, odoroso e rumoroso, poco sicuro», il risparmio è il principale motivo per andarci ma per i clienti la qualità è inferiore ai negozi (ad eccezione del pesce). Ciononostante, chiedono al Comune di non spostarlo e anzi di farlo più giorni alla settimana.

Bocciato su tutti i fronti quello di via Pistoia: poco frequentato, molti italiani ci camminano attraverso senza neanche fermarsi. La qualità, dicono gli intervistati, è cattiva, l’offerta limitata e i venditori cambiano sempre, per cui non si crea il rapporto di fiducia, «meglio il supermercato».

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