Giuliano Pisapia l'ha presa alla larga. Davanti alla platea dell'Elfo Puccini, dove ieri si teneva il Forum del welfare, ha detto di sentirsi come sindaco «un piccolo assistente sociale dell'intera città» e «nessun mio colloquio è mai durato meno di un'ora». Ma «con tutti i tagli che ci hanno fatto» da Roma «il vero soggetto debole oggi è Milano» quindi «ci troviamo ogni giorno a fare delle scelte difficili e volte anche dolorose». Cita ad esempio quella «su scale mobili e ascensori che non funzionano in metropolitane». Addirittura in tante stazioni non esistono, rendendole off limits per i disabili. «Ma riparare una scala costa tot, un ascensore tot. Quando si ha un numero limitato di risorse - afferma - non si può dare risposta a tutti, bisogna fare delle scelte, fissare delle priorità. Giuste o sbagliate ma sempre in buona fede» ha messo le mani avanti, rispetto a future polemiche. Che in qualche ora si sono concretizzate, perchè la scelta delle priorità è stata già fatta: scale mobili battono gli ascensori. Due giorni fa il sindaco ha convocato un incontro tecnico con l'assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran e i vertici di Atm, a cui spettava finora la manutenzione ordinaria degli impianti mentre quella straordinaria era in capo al Comune, ma da ora in avanti l'azienda si occuperà di entrambe e presenterà a fine anno il consuntivo al sindaco. Un modo per bypassare delibere e bandi obbligatorie per l'amministrazione e velocizzare i lavori. «Il 2013 - conferma l'assessore - sarà l'anno delle scale mobili, abbiamo già stanziato l'anno scorso 3 milioni per la sostituzione e due per la manutenzione straordinaria di circa 100 scale e faremo un investimento molto più importante, che stiamo ancora definendo, per l'anno in corso». Per ringiovanire i 93 impianti su 344 che hanno più di trent'anni, si guastano con più frequenza e restano bloccati a lungo (basta citare i casi di Cordusio, Moscova, San Babila o Palestro), servirebbero 15 milioni. E gli interventi per nuovi ascensori o montascale? Per ora solo manutenzione degli impianti attuali, già scarsi e spesso inutilizzabili. «Stazioni con meno barriere sarà il prossimo obiettivo». Questione di priorità.
Il portavoce di Ledha, Franco Bomprezzi, precisa che gli ascensori «non vengono usati solo dai disabili» ma anche da mamme con passeggini, persone costrette a spostarsi con le stampelle. Ma già oggi molte delle stazioni più strategiche sono scarsamente accessibili, «da San Babila a Loreto, Duomo, Cadorna», cita Sondrio dove «dopo l'allagamento più di un anno fa, l'ascensore non è mai stato riattivato» e persino in Centrale «non c'è un montacarichi che porti direttamente in strada chi si muove in carrozzina».
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