Mezzi pubblici, cultura e sport Stangata arancione sui servizi

Pisapia promette di difendere i deboli, ma ha aumentato tutte le tariffe Piscine pubbliche più care delle private e biglietto anche per il cimitero

Mezzi pubblici, cultura e sport Stangata arancione sui servizi

«Non ho scelto di diventare sindaco per aumentare le tasse ai cittadini, ma per difendere le fasce più deboli» dichiarava Giuliano Pisapia nel settembre 2013. Peccato, però, che il vento arancione non abbia portato altro che aumenti. Attenzione, non stiamo parlando delle tasse, lievitate per altro enormemente, ma di tutti i servizi pubblici offerti dal Comune, aumentati in questi tre anni di governo «amico del popolo» in maniera spaventosa. L'ultima stangata, in ordine temporale, riguarda le tariffe degli impianti sportivi che, come raccontato su queste pagine la settimana scorsa, sono cresciute al punto da diventare più care di quelle private. Un vero paradosso. E se gli aumenti vengono giustificati, come sempre, dicendo che «le tariffe non venivano aggiornate da 12 anni» non viene più garantito, al contrario di quello che sostiene l'assessore allo Sport «l'accesso pubblico allo sport e il diritto dei cittadini a trovare impianti comunali a prezzi più bassi dei privati». L'ingresso alla piscina Solari, per esempio, non solo è quasi raddoppiato (da 4 a 7 euro) ma costa addirittura di più della piscina del Quanta Village (5 euro).

Stesso discorso per la cultura: la giunta arancione si è preoccupata di aumentare anche i biglietti di ingresso ai musei civici. Dal 14 luglio, infatti, si spendono 5 euro a persona invece dei 3,50 per Museo archeologico, di Storia naturale, del Risorgimento, Castello Sforzesco e Planetario. Bisognerà mettere mano al portafoglio anche per entrare all'Acquario, alla Galleria di Arte Moderna e a palazzo Morando, un tempo gratuiti.

Che si chiami adeguamento tariffario, come è in voga in piazza Scala, o altro, la sostanza non cambia: i servizi comunali sono tutti aumentati. Basta pensare a uno dei primi provvedimenti dell'amministrazione «amica del popolo»: la stangata sui mezzi - passati da 1 a 1,50 euro - e l'anno successivo sugli abbonamenti Atm, saliti da 30 a 35 euro (il mensile) e l'annuale da 300 a 330. I più colpiti? I deboli, ovvero giovani e anziani: gli over 65 potevano viaggiare tutto l'anno pagando 170 euro, ora se il reddito Isee supera i 20mila euro sono costretti a versare 300 euro. L'amministrazione che ha sposato in toto in credo ambientalista ha aumentato anche la sosta in centro, per disincentivare l'uso dell'auto privata, essendosi dimenticata di aver alzato i biglietti dei mezzi. Dal 1 gennaio 2014 parcheggiare nella Cerchia dei Bastioni è diventato un vero salasso: dalla seconda ora in poi si pagano 3 euro l'ora (contro i precedenti 2 euro l'ora). E se la domenica con 2 euro si poteva sostare 5 ore, dal 1 gennaio costa 13 euro.

Scampato per il momento il ritocco a rette di asili e mense, dal primo settembre invece è aumentata la tassa di iscrizione al pre e dopo scuola che è diventata obbligatoria.

Deve ancora arrivare in consiglio l'ultimo regalo ai milanesi, vivi e defunti: l'ingresso a pagamento al cimitero Monumentale. Il rischio è il biglietto da 5 euro, come per i musei, per i gruppi turistici in visita.

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