Milan e Inter ai cittadini: su San Siro 11 fake news

Le squadre smentiscono on line le polemiche Ma da Barcellona l'esempio anti demolizione

Milan e Inter ai cittadini: su San Siro 11 fake news

Se la Lega svelerà solo lunedì «il volto nuovo di San Siro», un progetto alternativo per ristrutturare quello che Matteo Salvini ha definito un «monumento», degno di essere inserito tra beni Unesco, Matteo Forte (Milano Popolare) ieri ha calato invece la sua proposta per andare «oltre lo stadio» per passare ossia dal tema «abbattimento sì, abbattimento no del Meazza» a quello del «massimo interesse pubblico per il quartiere». Giovedì si terrà la penultima Commissione con Milan e Inter sul progetto del nuovo stadio, poi la palla passerà in consiglio la settimana successiva, con ordini del giorno e mozioni. Forte anticipa il contenuto della sua proposta e invita gli altri partiti ad aderire. «Siamo politici, non architetti» è la premessa. E «l'aulao deve svolgere il suo ruolo, ossia dettare linee di indirizzo generale». Propone quindi di lanciare un bando pubblico per vendere il Meazza e concedere i diritti di superficie per 99 anni dell'area limitrofa. «Unico vincolo - spiega - è la rivitalizzazione del quartiere San Siro. Gli oneri di urbanizzazione e i ricavi della vendita dovranno essere destinati alla riqualificazione e rifacimento delle case popolari». Il vecchio impianto? «Può stare in piedi, anche essere trasformato in un centro commerciale come la vecchia Plaza del Toros Las Arenas di Barcellona, o demolito. Non deve deciderlo il voto dell'aula ma il libero concorso di progetti e idee. A noi deve interessare il recupero di un pezzo di città e che i club non abbandonino Milano». Anche il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico si è già schierato sul fronte del sì e ora afferma: «Mi sento meno solo, la mia idea di destinare gli oneri al restyling dei quartieri popolari è stata ripresa dalle Pd Uguccioni, De Marchi e Arienta e ora anche Forte».

Il derby continua. Sul sito www.nuovostadiomilano.com le società hanno pubblicato il dossier di 43 pagine (già consegnato ai consiglieri) che sintetizza il Progetto di fattibilità tecnico-economica. E giorni fa hanno aperto una sezione con gli «11 luoghi comuni da sfatare sul nuovo stadio». A chi sostiene che sarà «l'ennesima colata di cemento» ad esempio ribattono che è fake news, «la filosofia del progetto sarà basata sulla sostenibilità, anche ambientale» e chiedono «fiducia, vedrete cosa siamo in grado di fare». Ricordano le maglie larghe della Legge Stadi a chi dice che non possono chiedere un aumento delle volumetrie e smentiscono coi numeri chi afferma che «uno stadio con 60mila posti è insufficiente». Garantiscono che «se arriveranno le autorizzazioni in tempi compatibili c'è l'impegno a realizzare impianto e distretto multifunzionale in tempo per i Giochi 2026». Da Barcellona arriva però una «lezioncina» in senso opposto. L'architetto catalano Joan Pascual che ha presentato con lo studio Nikken Sakkei una proposta per la ristrutturazione del Camp Nou ha spiegato a Tuttosport che il Barça «giocherà tutte le partite nel suo tempio durante i lavori. Il club ha valutato l'ipotesi di un nuovo stadio ma ha capito che avrebbe perso l'identità di un impianto magnifico. Se scommetterei sul restyling di San Siro? Assolutamente sì, e tornerei alla semplicità del progetto originale, senza torri circolari».

Intanto, come ha anticipato il Corriere, la Procura di Milano dopo la caduta per 4 metri di un tifoso dell'Atalanta l'1 ottobre ha aperto

un'inchiesta sul Meazza per presunte violazioni delle norme in materia di sicurezza, con verifiche su parapetti e scalini, soprattutto del terzo anello. Lo stadio è giudicato pericoloso in più punti, specie per i parapetti.

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