MILANO

Il termine, oggi, non è proprio di un forbito eloquio, ma anzi del più grezzo vernacolo; va detto subito. Ne sa qualcosa soprattutto chi ha dimestichezza con la Liguria e la sua gente, in particolare se genovese. Tuttavia in pochi sanno che il famigerato Belino o Belinus, per molti è solo un animale mitico, mai esistito se non come raffigurazione tipica di molti bestiari medioevali, mentre in realtà altro non sarebbe se non un pericoloso rapace lontanamente imparentato agli avvoltoi, originario di alcune zone dell'appennino tosco-ligure. Equipaggiato per la caccia, con ali potenti, un becco poderoso e notevole forza fisica, questo animale sarebbe stato ritenuto capace di sollevarsi in volo con una preda di grandi dimensioni, come una pecora o addirittura un piccolo cinghiale, e sarebbe stato capace di scagliarlo sopra superfici rocciose per ucciderlo e ridurlo a brandelli in modo da poter sfamare i cuccioli.

Prima che questo volatile comparisse nel comune linguaggio volgare, il Belinus sarebbe stato protagonista di molti stemmi nobiliari, come del resto nei secoli è accaduto anche all'aquila. La casata degli Hohenstaufen e gli stessi Malaspina di Pavia lo avrebbero voluto al centro del proprio stemma familiare dove sarebbe spesso stato scambiato con le razze più diffuse di rassomiglianti rapaci.

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