Sul fatto che Milano sia oggi una delle metropoli turistiche più ambite - gli ultimi dati parlano di otto milioni di visitatori annui, 14sima in classifica con un vantaggio di tre posizioni su Roma - pare non vi siano più dubbi. Ma sul fatto che a trainare questo vero e proprio boom siano i valori «immateriali» della cultura e del dinamismo intellettuale e creativo, emergono nuove prove schiaccianti. Come quelle presentate ieri a palazzo Marino da Unioncamere e dalla Fondazione Symbola, che ogni anno fornisce rapporti scientifici sugli indici di qualità e di eccellenza italiani. «Io sono Cultura 2019, l'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi» è attualmente l'unico studio in Italia che, annualmente, quantifica il peso della cultura e della creatività nell'economia nazionale. Questo rapporto incorona Milano al vertice del Paese per incidenza della filiera in termini di valore aggiunto e tasso di occupazione. La cultura «che dà da mangiare», appunto.
Ma è l'intera regione Lombardia a collocarsi in testa per il ruolo della cultura nell'economia produttiva. I dati del voluminoso rapporto - annunciati alla presenza del ministro Dario Franceschini, l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno, dal segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, il presidente della Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti - prendono in esame tutti gli indici e i parametri dell'industria culturale, che nella nostra regione produce un valore aggiunto di 25,4 miliardi di euro e 365mila addetti. Un motore, questo, che si concentra soprattutto nella metropoli milanese, e che abbraccia tutti i settori legati al mondo della creatività: dall'arte al design, dalla musica all'innovazione digitale. Un mondo che - è stato sottolineato - produce valore aggiunto, bellezza, turismo ma, evidentemente, anche grandi investimenti e posti di lavoro.
La Lombardia - si legge nel rapporti - è attualmente la prima regione per spesa turistica attivata dalla domanda di cultura (3,9 miliardi di euro) e quinta per incidenza della stessa sul totale della spesa culturale (47,6%, quasi 10 punti in più della media nazionale). Tra le molte imprese citate nel rapporto troviamo la Milestone, leader nello sviluppo di videogiochi; La Sugar, casa produttrice di noti autori e gruppi musicali; La Pinacoteca di Brera, famosa nel mondo; il Museo di Fotografia Contemporanea MuFoCo entrato nella triennale di Milano.
Inoltre Milano è stata scelta per ospitare il World Cities Culture Summit 2020 grazie alla sua multiculturalità, alla sua vivace attività culturale e al suo ruolo di città-guida per tutti gli operatori della cultura.
Si tratta di valori economici che, per valore aggiunto e occupazione, nella nostra regione incidono per il +7,3% e +7,5%. E Milano, prima su entrambi gli indicatori economici, raggiunge con incidenze intorno ai dieci punti percentuali.MdM
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