Cronaca locale

Sesto, Comune caccia stranieri dallo stabile occupato. Prefettura: "Nessun razzismo. È la legge"

La Prefettura ha rigettato il ricorso di una famiglia di stranieri che a gennaio sono stati cancellati dai registri anagrafici dopo aver occupato abusivamente uno stabile. Il sindaco di Sesto San Giovanni: "Applichiamo la legge senza alcuna discriminazione verso nessuno"

Sesto, Comune caccia stranieri dallo stabile occupato. Prefettura: "Nessun razzismo. È la legge"

Nessun razzismo, ma solo il rispetto della legge. Succede a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, dove la Prefettura ha rigettato il ricorso di una famiglia di stranieri che a gennaio sono stati cancellati dai registri anagrafici dopo aver occupato abusivamente uno stabile. L'edificio crollava a pezzi e la famiglia abitava in pessime condizioni igenico-sanitarie, tra sporcizia e degrado. Con loro anche i figli minori. Proprio per questo, Il Comune, insieme alla Polizia Locale, aveva verificato e accertato le pessime condizioni dello stabile in questione appurando anche come fosse disabitato da tempo. Il Comune aveva poi disposto la cancellazione d'ufficio dai registri anagrafici della famiglia residente in via Marconi 163.

A giugno, però, la famiglia di immigrati ha presentato ricorso. Ricorso poi successivamente rigettato dalla Prefettura. “Un'altra dimostrazione della correttezza e della trasparenza con cui lavoriamo – commenta Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto San Giovanni –. Senza nessuna forzatura, ma nel pieno rispetto della legge: chi rispetta le regole non ha nulla da temere. Appena venuti a conoscenza di questa situazione di degrado, con di mezzo anche dei minori, siamo prontamente intervenuti e ora la Prefettura ci ha dato ragione".

Ma che non ci fosse nessuna dicriminazione verso gli stranieri lo aveva già stabilito il Tar della Lombardia ad agosto, che per la terza volta ha dato ragione al comune di Sesto San Giovanni. In questo caso in ballo c'erano gli alloggi popolari, assegnati prima agli italiani.

"Da sinistra qualcuno griderà al razzismo, ma come è già successo col Tar – che per ben tre volte ha respinto i ricorsi dei cittadini stranieri che non hanno presentato tutta la documentazione necessaria per ottenere la casa popolare – ci sono decreti e sentenze a dimostrare che applichiamo la legge senza alcuna discriminazione verso nessuno", chiude Di Stefano.

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