Milano tira i remi in barca e, dopo essersi fatta soffiare la tappa finale del Giro d'Italia da Brescia (che ha messo sul piatto 700mila euro), spiega le sue motivazioni. «La nostra è solo una rinuncia momentanea - spiegano all'assessorato allo Sport - a fronte di un prezzo triplicato per ospitare l'evento».
Milano si tiene in tasca i 100mila che aveva proposto per accaparrarsi, senza troppa convinzione, la corsa rosa ma non rinuncia al sogno e pensa in grande. Dopo la batosta di quest'anno, punta ad ospitare le tappe finali del 2014 e del 2015, per lanciare degnamente Expo e per chiudere in grande stile il primo mese della manifestazione, quando la città sarà piena di turisti da tutto il mondo e la vetrina sarà internazionale.
Una scelta lungimirante, senza dubbio, ma c'è chi avrebbe preferito fare affari adesso anziché aspettare ancora due anni. Sono i ristoratori, gli albergatori e i commercianti che faticano a chiudere i bilanci in attivo e che non hanno preso bene la notizia che il Giro non arriverà in città. «Tutto ciò che si fa in meno in un momento come questo è un grosso danno» commenta lapidario Giorgio Montingelli a nome dei commercianti parlando di un'occasione mancata.
È vero che l'investimento iniziale per ospitare il Giro è elevato ma gli sponsor non mancano ed è altrettanto vero che gli introiti sono succulenti: si calcola che una tappa in un grande centro porti a oltre un milione di fatturato. E che gli introiti siano tra il 3 e il 10% dell'investimento di partenza.
Una città di tappa del Giro d'Italia mediamente può contare su un fatturato, generato dall'evento, pari a 620mila euro. Il gran finale almeno 2 milioni. In base a una ricerca condotta da Nielsen Media, Roma nel 2009, quando ospitò il rush finale, generò introiti per 4,1 milioni di euro. Venezia, che invece scandì la partenza, 4,2 milioni. Lo sforzo di Brescia quindi verrà ampiamente ripagato. Tra l'altro pochi giorni prima della corsa rosa, la città si troverà ad ospitare la Mille Miglia e intercetterà il turismo legato alle auto d'epoca. Il sindaco Adriano Paroli è già al lavoro per preparare Brescia ad ospitare l'evento ciclistico del 26 maggio, ben consapevole della boccata d'ossigeno in arrivo: per gli alberghi, per i locali, per i negozi. Il Comune bresciano, che sentiva di avere la vittoria in tasca già da un pezzo, ha già preso contatti con la società Brescia tourism per studiare un pacchetto di iniziative speciali. Tra queste una card per visitare i musei e per avere sconti nei ristoranti durante la settimana clou, quella che comincerà con la Mille Miglia e si concluderà con il Giro. Gli autobus urbani saranno gratuiti e si sta pensando di coinvolgere anche le scuole nei preparativi. La Leonessa d'Italia cerca il suo riscatto rispetto al 1983, quando fu costretta a rinunciare alla partenza del Giro a causa di uno sciopero. «Il riconoscimento di quest'anno premia il passato ciclistico di Brescia. Faremo 5-6 giri di un circuito nel centro storico comprendendo il Castello - spiega il primo cittadino Adriano Paroli immaginando il tracciato della 21esima tappa -. L'arrivo sarà in via San Faustino o in via Gramsci, le premiazioni in piazza della Loggia». A breve partiranno i sopralluoghi per valutare eventuali interventi sulle strade e sull'asfalto.
Ma fin d'ora il sindaco bresciano promette: «Non faremo pagare nessuna tassa per l'occupazione del suolo pubblico».
L'anno scorso invece, dopo il super finale in piazza Duomo a Milano, gli organizzatori si erano visti arrivare il conto, inaspettato, della tassa comunale.
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