Milano-Piacenza, preso il molestatore

De Corato: «Bene la cattura. Militari non solo in stazione, anche sui treni»

Milano-Piacenza, preso il molestatore

Arrestato per violenza sessuale il molestatore seriale della tratta ferroviaria Milano-Piacenza: è un marocchino di 24 anni che nelle ultime settimane era stato bloccato per ben due volte in pochi giorni dopo aver molestato almeno tre passeggere, mentre altri due casi sono al vaglio della Procura di Piacenza. La Squadra mobile di Piacenza e i colleghi della Polfer - che hanno gestito il caso del maniaco dopo gli interventi delle volanti in stazione - si sono presentati nella sua abitazione a Codogno e gli hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari firmata dal gip del Tribunale di Piacenza che ha ritenuto probabile che l'immigrato potesse commettere di nuovo il reato. Infatti dopo essere stato arrestato una prima volta a fine di aprile (aveva allungato le mani su un paio di donne a bordo del treno tra Codogno e Piacenza), qualche giorno dopo aveva fatto la stessa cosa con un'altra giovane passeggera, scesa sotto choc a Piacenza: lo straniero era stato bloccato dopo una colluttazione con gli agenti delle Volanti proprio davanti alla stazione in piazzale Marconi. Già colpito dall'obbligo di dimora, ora per lui è scattato l'arresto in attesa del processo.

«Siamo grati alle forze dell'ordine che hanno svolto ancora una volta egregiamente il loro lavoro», le parole dell'assessore alla Sicurezza della Regione Riccardo De Corato. «Riceviamo ogni settimana notizie di aggressioni o violenze. Occorre assumere ulteriori provvedimenti in quanto ricevo quotidianamente decine di segnalazioni dai pendolari che lamentano l'inciviltà e la delinquenza di alcuni viaggiatori. Esiste già una mappatura delle linee a maggior pericolosità. In base rilevamenti, le tratte più critiche sono: Saronno-Seregno-Milano-Albairate, Lecco-Molteno-Monza-Milano, Mortara-Milano, Bergamo-Treviglio-Milano, Lecco-Carnate-Milano.

Delle 422 stazioni ferroviarie lombarde, 302 sono pertinenza Rfi e 120 di Ferrovienord: queste ultime sono tutte videosorvegliate. E per questo da un anno chiediamo invano l'impiego dei soldati, che già presidiano a terra diverse stazioni, sui convogli delle linee a rischio».

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