Dopo un anno di assenza e per la 76ma volta il Giro d'Italia torna a concludersi a Milano. Non sarà una passerella, come accade di solito nell'ultima tappa dei Grandi Giri ma una corsa vera, 28 chilometri a cronometro dall'Autodromo di Monza fino in piazza del Duomo che potrebbero anche cambiare la classifica e decidere il vincitore. Come qualche anno fa quando, prima di sparire dai radar, a trionfare fu l'olandese Ryder Hesijedal per una manciata di secondi sullo spagnolo Joaquim Rodriguez. Ma l'arrivo in Duomo non sarà solo una sfida, un testa a testa, uno spettacolo agonistico. Sarà anche la riconciliazione tra il Giro e Milano che negli ultimi anni ha vissuto un rapporto spesso tribolato nonostante tutto sia cominciato proprio qui quella mattina del 13 maggio 1909 quando prese il via la prima tappa. C'era una volta un Giro che arrivava al Vigorelli, che proprio quest'anno è stato riaperto, e poi in corso Sempione e poi in pizza Duomo. Quel Giro è tornato e il primo a rallegrarsene è stato proprio il sindaco di Milano Giuseppe Sala alla presentazione ufficiale della corsa rosa al Palazzo del ghiaccio di via Piranesi: «Il Giro terminerà la sua corsa a Milano e in un certo senso è come se tornasse a casa- ha detto il sindaco- Nell'anno in cui celebra la centesima edizione credo non ci sia un luogo migliore di piazza Duomo per festeggiare la maglia rosa». E' andata bene così, ma fino all'ultimo la decisione di sprintare a Milano è stata in bilico perchè in parallelo esistevano trattative tra il Comune di Roma come ha spiegato il presidente del Coni Giovanni Malagò: «Se ci fosse stata la candidatura di Roma 2024 avrei fatto di tutto per impedire questa cosa- ha detto - Ho appreso dal sindaco Sala che poche ore prima avevano chiuso l'accordo per l'ultima tappa e un po' mi sono stupito...». Ma tant'è. Ci fosse stata una candidatura olimpica da sostenere il Giro avrebbe anche potuto tirare la volata alla capitale, così è giusto che torni a casa. E Palazzo Marino si mette nella scia del gruppo perchè, come ha spiegato Sala parlando con la Gazzetta dello Sport, il Giro deve essere la prima tappa per il rilancio sportivo di una città in deficit di strutture che passa dalla candidatura per la sessione del Cio nel 2019 e dall'ipotesi di poter ospitare i Giochi del 2018: «Ho incontrato il presidente del Coni Malagò- ha spiegato il sindaco- ed abbiamo discusso del presente e del futuro dell'impiantistica di questa città. Voglio trovare un formula per regalare a Milano una pista di atletica, una piscina olimpionica coperta e un palazzetto dello sport».
Milano prova a pensare in grande e il 28 di maggio Milano si prepara quindi a
riabbracciare il Giro: «Se non fosse arrivato qui mi sarei incatenato- ha scherzato Sala- Anche perchè il 28 maggio è il mio compleanno. La promessa sarà preparare la città al meglio con una grande festa di piazza...».ARuz
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