«A Milano come a Roma serve una legge speciale»

«A Milano come a Roma serve una legge speciale»

Al dibattito il presidente della Provincia Guido Podestà ha un po' di fiatone perché alla festa del Pd, nella meravigliosa archeologia industriale del Carroponte, arriva in metropolitana. Per rispettare la domenica ecologica la fermata è a Sesto Marelli e poi c'è da salire il cavalcavia a piedi, ricordando la piscina della Geas dove una volta giocava a pallanuoto. Poi sul palco con lui sale il sindaco Giuliano Pisapia che come sta succedendo negli ultimi tempi è più compagno di squadra che avversario. Perché il dibattito è sulla città metropolitana e loro sul tema non è un mistero che vadano d'amore e d'accordo. Facendo nell'occasione un passo (e che passo) avanti, i due ora chiedono al governo una legge speciale. Perché la prima volta che se ne parlò, racconta Pisapia, fu proprio in un convegno a Limbiate. Era il 1950. Ora qualche certezza in più, dopo la legge del 7 agosto che riduce le Province e stringe i tempi. «Abbiamo solo quindici mesi di tempo», sottolinea Podestà ricordando la dead line del 31 dicembre 2013. «Anche se io credo - punzecchia Podestà - che sia incostituzionale ridurre un mandato elettivo».
«E Milano - sottolinea Pisapia - è molto più avanti di altre aree. Per questo dico, ora o mai più».
In ballo ci sono, oltre a Milano, 135 comuni dell'hinterland, una popolazione di 3 milioni e 100mila abitanti e un territorio che da solo realizza il 10 per cento di tutto il Pil nazionale.
Una realtà estremamente variegata, convengono dal palco, che secondo l'attuale legge dovrebbero essere amministrati da un consiglio formato da amministratori precedentemente eletti. Soluzione che non piace ai due, d'accordo sulla «necessità dell'elezione diretta e a suffragio universale» del sindaco della grande Milano.
Con un'avvertenza, frena Podestà, «la città metropolitana non dev'essere una Provincia che cambia semplicemente nome». Ecco allora Pisapia parlare di «nuovi poteri, di competenze su mobilità e ambiente a cominciare dall'inquinamento, interventi sulle crisi industriali e sul reinserimento dei disoccupati, Parco Sud e Parco Nord, la gestione delle vie d'acqua, la sfida dell'Expo, l'Idroscalo. Non un'idea per avere più poltrone, ma vantaggi concreti per i cittadini dal punto di vista economico e sociale».
A cominciare dalla gestione di quelle società municipalizzate come Sea e Serravalle di questi tempi tornate con prepotenza agli onori delle cronache non solo finanziarie. «Abbiamo già dimostrato - sorridono i due - come poter decidere insieme porti grandi vantaggi ai milanesi. E le quote aumentino di valore».
Sul tavolo ora ci sono cessioni e sbarchi in Borsa.

Arriverà la legge speciale? «Per Roma capitale è stato fatto - assicura Podestà - non sarebbe uno scandalo se in trecento anni una volta toccasse anche a Milano». Una sfida tra Podestà e Pisapia? I due oggi non si candidano. Ma nemmeno lo escludono. E per Pisapia è la prima volta.

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