Milano, il veto delle Ferrovie: niente chiese negli ex scali ferroviari

L'azienda, proprietaria dei terreni, dice no alla costruzione di luoghi di culto. Critiche bipartisan da FI e PD

Milano, il veto delle Ferrovie: niente chiese negli ex scali ferroviari

Niente chiese, né altri luoghi di culto, sul terreno degli scali ferroviari. È polemica per la decisione di Ferrovie dello Stato, società proprietaria delle aree un tempo occupate dagli scali Farini e Romana, che il Comune di Milano sta riprogettando.

Secondo quanto riportato su Il Giorno del 14 novembre, FS non avrebbe dato l'ok alla costruzione di due chiese. A spiegare la vicenda è stato l'assessore all'urbanistica Pierfrancesco Maran, nel corso di una commissione comunale dedicata al “Piano per le attrezzature religiose” in cui i Comuni indicano dove intendono collocare nuovi luoghi di culto.

Su 61 richieste inviate a Palazzo Marino, sei arrivavano dalla Chiesa cattolica ambrosiana. Due di queste chiedevano l'ok a costruire proprio sui terreni degli ex scali. Ma Ferrovie dello Stato ha negato l'assenso. "Su nostra richiesta", spiega l'assessore, "i gestori hanno accettato di destinare a verde il 65% dell’area degli scali. Per questo preferiscono non vincolare un’altra parte a servizi". Tradotto, sul restante 35% FS vorrebbe veder sorgere edifici che possano generare profitti, dunque attività economiche.

La costruzione delle chiese (come anche, eventualmente, di moschee o altri luoghi di culto), invece, comporterebbe pure la previsione di spazi destinati a parcheggi. Per Ferrovie si tratterebbe di uno spazio pari al 4-5% delle aree, un volume ritenuto eccessivo.

In consiglio comunale, sia Forza Italia che Partito Democratico hanno espresso disappunto. "Non è accettabile che ci siano parti della città dove non è possibile aprire un luogo di culto", dice Pietro Tatarella di FI.

Gli fa eco il dem Rosario Pantaleo: "La posizione delle Ferrovie è inaccettabile".

Maran promette che il Comune si muoverà: "In Consiglio, così come nella fase delle osservazioni, si può intervenire per rivedere l’indicazione arrivata dalle Fs", ha rassicurato l'assessore.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica