Cronaca locale

"Militanti indignati dai voltagabbana. Operazioni patacca, non spostano voti"

Il capogruppo di Forza Italia in Regione: "Gelmini e Carfagna si ritrovano alleate a Boldrini, Di Maio e alla peggiore sinistra. Moratti-Fontana? Due nomi di alto valore"

"Militanti indignati dai voltagabbana. Operazioni patacca, non spostano voti"

Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Regione. Calenda ha firmato l'accordo con Letta e chi ha lasciato Fi per aderire ad Azione, da Mariastella Gelmini a Mara Carfagna, si trova alleato alle Politiche con Pd, Verdi, sinistra radicale. Se lo aspettava?

«Riceviamo ogni giorno decine di telefonate da parte di militanti indignati. L'accordo Letta-Calenda non ci stupisce, Fi ripete da mesi che si sarebbe arrivati a questo. É triste vedere che persone che hanno avuto tutto dal partito, che grazie a Berlusconi hanno fatto i ministri e ricoperto ruoli importanti, col taglio dei parlamentari svendano i propri valori per garantirsi una poltrona. Faranno da stampella non solo al Pd ma alla sinistra di Fratoianni o D'Alema che hanno combattuto per 20 anni, saranno alleati a Di Maio, Boldrini, Speranza, Bonelli. Sa come la chiamo?».

Come?

«Operazione patacca. Ennesima prova di trasformismo, uno spettacolo deprimente che poi è quello che causa indignazione e astensionismo da parte degli italiani».

Ma il partito di Calenda la preoccupa, può sottrarre voti a Fi?

«Calenda fa il liberale a chiacchiere, sarà appiattito sulle posizioni della sinistra che parla di introduzione della patrimoniale, più burocrazia, droga libera. Altro che infrastrutture o rigassificatori. Per qualche seggio in più ha dimostrato che i suoi impegni erano aria fritta. Chi vota Fi vuole un governo di centrodestra e non un'accozzaglia con dentro le peggiori sinistre».

Gelmini e Carfagna sostengono che Fi si sia appiattita sulla linea della Lega. Cosa risponde?

«É una finta narrazione, sappiamo che lavoravano da mesi per lasciare la coalizione. Fi è indipendente, riformista, liberale e moderata. Cito l'esempio dei vaccini su cui la nostra linea è stata diversa rispetto a Lega e FdI. Siamo il centro del centrodestra, garanzia di continuità del buongoverno, dei rapporti con l'Europa, di un programma che si fonda su aumento delle pensioni e taglio delle tasse. Peraltro, nessun sindaco e consigliere del territorio ha seguito Gelmini. Sono operazioni di palazzo che non spostano un voto, abbiamo già visto in passato che fine hanno fatto i traditori. E viviamo come fatto positivo il rinnovamento in Fi».

Sarà una campagna «flash». Come vi state organizzando?

«Si farà soprattutto sui social e in tv ma stiamo preparando anche una campagna capillare con tutti i militanti e amministratori, lavoreremo anche nelle regioni turistiche. Senza esagerare, non assilleremo i vicini di ombrellone. La nostra coordinatrice regionale Licia Ronzulli sta facendo un grande lavoro di organizzazione».

Vanno depositate in fretta pure le liste. Girano anche nomi di new entry come Gallera o Bestetti. Lei rimarrà fuori dalla corsa?

«Sto facendo un lavoro in Regione che mi sta dando grandissima soddisfazione e che sento di dover completare anche nei prossimi 5 anni, sarò comunque in campo, a prescindere dal ruolo, come l'ultimo dei soldati. Abbiamo ottimi parlamentari uscenti che meritano tutti di essere ricandidati e per i nuovi ingressi abbiamo la classe dirigente migliore di ogni altro partito, gente che si è formata sui territori e con grande esperienza. Dove peschi, non sbagli».

Regionali 2023. Attilio Fontana è pronto per il bis ma anche Letizia Moratti vuole correre. Come finirà il match?

«Ora concentriamoci sulle Politiche e subito dopo i nostri leader affronteranno la questione della Lombardia e troveranno la soluzione migliore. Fontana e Moratti sono due profili di altissimo valore, un'opportunità per il centrodestra. Il centrosinistra non solo non ha un nome ma presenterà la solita accozzaglia elettorale senza logica di coerenza».

Il sindaco Sala sta facendo da «consigliere» a Luigi di Maio, se lo aspettava?

«É incredibile che il Pd, a cui Sala deve tutto, venga scaricato ogni giorno dal sindaco, prima i Verdi, ora preferisce persino Di Maio. E continua a dare segnali di disagio, il ruolo da sindaco non gli basta ma gli manca il coraggio per fare il salto definitivo. Milano merita attenzione.

Questo secondo mandato sta andando peggio del prima, e il problema sicurezza è esploso».

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