Il «miracolo» lombardo: occupazione stabile nel 2012

Il mercato del lavoro milanese ha retto, sia pure in precario equilibrio, l'impatto della crisi nel 2012, con un aumento dell'occupazione dello 0,2%. Una percentuale minima ma che comunque fa ben sperare nella ripresa. Tutto merito del settore dei servizi - che ha assorbito le fuoriuscite dal manifatturiero - e delle grandi imprese - che hanno compensato le perdite occupazionali nelle pmi. È quanto emerge dall'osservatorio annuale di Assolombarda. Per la Lombardia un'indagine del centro studi di Confindustria Lombardia segnala invece un «perfetto pareggio» del mercato del lavoro che anche in questo caso però deriva da un dato occupazionale negativo nel manifatturiero (-0,7%), compensato dal miglioramento nel terziario (+4,1%). Per fare fronte alla congiuntura le aziende milanesi hanno fatto ricorso a diverse leve: aumento della flessibilità, blocco del turnover, uso degli ammortizzatori sociali, riduzioni di organico che hanno interessato soprattutto le funzioni manageriali. Le imprese hanno ridotto le assunzioni a tempo determinato (50,3% del totale contro il 54% del 2011) e ridimensionato i contratti convertiti da una forma a termine al tempo indeterminato (tasso di conversione al 33% dal 41%).

Su questo ha senz'altro pesato la sfavorevole congiuntura, «ma le due riforme introdotte durante l'anno non hanno giovato: quella delle pensioni ha inceppato il meccanismo di naturale ricambio generazionale, quella del mercato del lavoro ha disincentivato la creazione della forma di lavoro più possibile in periodi di incertezza: quello flessibile».

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