Il mistero di Enigma svelato al museo

Il mistero di Enigma svelato al museo

A cent’anni dalla nascita del matematico, crittografo e filosofo inglese Alan Turing (1912-1954), il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci gli dedica una mostra: da domani sarà possibile vedere il risultato di un lungo lavoro di approfondimento del Museo e dell’Università Statale di Milano sull’esperto di crittografia e codificazione che visse in Inghilterra a cavallo fra le due Guerre Mondiali e che ha contribuito a creare le basi per l’informatica di oggi.
La grande importanza di Alan Turing per la tecnologia moderna si nota già dalla Seconda guerra mondiale: il matematico inglese è stato in grado di formalizzare teoricamente il principio con cui era possibile decifrare i messaggi criptati che si scambiavano fra loro i paesi dell’Asse (Italia e Germania) attraverso «Enigma», la macchina brevettata già nel 1918 dal tedesco Arthur Scherbius per scrivere sotto forma di codici segreti i messaggi economici che le banche volevano scambiarsi, e adottata dall’esercito nazista durante la guerra. Turing venne arruolato a Bletchley Park, il principale centro di crittoanalisi del Regno Unito, dove ideò The Bombe, ovvero quella macchina in grado di leggere i messaggi di Enigma. Ecco perché domani, alle 18.30, la mostra si apre con la messa in funzione di un esemplare di Enigma e una spiegazione di come gli Alleati riuscirono a forzare il codice: «Questo è un progetto tutto italiano – dice Luca Reduzzi, ideatore e curatore-. Un’operazione di ricerca, resterà visibile qui almeno per un anno, non abbiamo ancora una data di fine». Video, documenti e testimonianze che raccontano una personalità complessa e di grande importanza per lo sviluppo attuale dell’informatica. Già negli anni ’30 Turing aveva formalizzato il principio che permetteva alle macchine di fare i calcoli. Non fu Turing a costruire la prima calcolatrice, lui era un teorico. Studiando tutte le ricerche che fin dal 1600 (Pascal) l’uomo aveva realizzato per semplificare le operazioni matematiche, Turing inventa la Macchina Universale, formalizza il concetto di algoritmo di elaborazione dei dati inseriti in una macchina. Dopo The Bombe e le calcolatrici, i computer. A partire dal 1950 Turing apre un’altra nuova strada, epocale, per lo sviluppo dell’informatica e dell’elettronica nota come il “Test” di Turing: un criterio per valutare se è possibile creare un’intelligenza artificiale in grado di elaborare sue idee ed esprimerle. La mostra al Museo della Scienza e della Tecnologia propone anche un approfondimento che si allarga a tutta la storia del calcolo automatico e dell’informatica: saranno presenti esempi di modelli da calcolo meccanici progettati da Pascal, Leibniz e Poleni all’inizio del XIX secolo e del XVIII secolo, fino ad arrivare al McIntosh della Apple, che per primo nel 1984 introdusse l’interfaccia grafica «a finestre» e il mouse di serie.
Eppure non è una mostra solo di tecnologia.

La figura di Turing si ricorda anche per la sua personalità tormentata e complessa: l’Inghilterra moralista del Novecento lo condannò duramente per la sua omosessualità, costringendolo a sottoporsi a trattamenti chimici. Fu probabilmente in seguito alle conseguenze subite per la diffusa omofobia inglese che si tolse la vita nel 1954 (poco prima di compiere quarantadue anni) mangiando una mela avvelenata con cianuro.

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