Un pianista con i baffi al festival Mito. Il genere è quello jazz, lui è il compositore-polistrumentista Antonio Zambrini (padroneggia bene anche il flauto traverso). Sulla piazza di Milano e del resto del Belpaese da decenni, diversi cd allattivo, concerti di prestigio (uno tenuto anche al Quirinale) e autore di successi come il brano «Antonia» - tanto suggestivo da essere riproposto in tempi recenti dal collega Stefano Bollani - questa sera suonerà al Politecnico (sede Milano Bovisa - aula De Carli - ore 22, ingresso 10 euro). Sarà insieme con il suo New Quartet, formato da Michael Gassmann (tromba), Tito Mangialajo Rantzer (contrabbasso) e Ferdinando Faraò (batteria). Prima domanda sullevoluzione artistica: a che punto siamo?
«Da qualche tempo sono al lavoro per liberare un po di più la mia musica dalla rigidità di certe strutture - spiega il pianista -. E questo vuole dire continuare a suonare con i miei attuali compagni di viaggio e, al tempo stesso, cercare di allargare le mie collaborazioni artistiche».
Nel mondo musicale di Zambrini si avvertono diversi echi, un crogiolo di suoni dove compaiono riferimenti anche a Satie, Debussy e Bill Evans. E a Zambrini stesso, ormai da lungo tempo in cammino sulla sua personale e originale strada. «Cerco maggiore libertà alla tastiera ma anche di approfondire certi stili della tradizione - continua -. Penso al be-bop, agli anni Quaranta...». Concerto al «Mito Settembre Musica» a parte, da questo mese per Zambrini comincia una serie di appuntamenti che lo vedranno impegnato sul palcoscenico milanese (ad esempio di nuovo al via gli incontri-concerto sul cinema muto alla Cineteca italiana, dove lui accompagna al pianoforte), ma non solo. «A metà settembre sarò in sala di incisione per lavorare sul nuovo album col sassofonista Lee Konitz - conclude -.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.