Molestie e siti pornografici: nonno abusava della nipote

Quando ha sentito la figlia di nove anni spiegare di non voler più essere bambina perché avrebbe dovuto fare «certe cose» ai maschietti, la mamma è stata percorsa da un brivido. Ha fermato l'auto, l'ha interrogato con calma scoprendo l'orrore: il proprio padre aveva molestato la piccola. Subito è corsa dai carabinieri che al termine di una rapida indagine hanno arrestato l'uomo. Che incredibilmente si è difeso sostenendo che «me l'aveva chiesto lei».
Sull'identità dei protagonisti, come sempre, gli investigatori sono stati molto vaghi per proteggere la giovanissima vittima, limitandosi a un generico «hinterland» come luogo di residenza e «media borghesia» come classe sociale. Il nonno infatti è un ingegnere in pensione di 60 anni, ex dipendente di una grossa ditta non specificata. È separato da anni, come anche la figlia, un'impiegata di 34 anni che, proprio per il suo status di madre sola, spesso affidava la piccola al nonno. A novembre dell'anno scorso la donna era in auto quando la figlia ha iniziato a farle strani discorsi. «Voglio essere un bambino, perché è più facile fare la pipì» e fin qui, discorsi innocenti. Poi però ha proseguito dicendo «Anche perché le femmine poi devono fare “certe cose” ai maschi» e ha spiegato quali. Facendo inorridire la mamma.
È iniziato un discreto «interrogatorio» durante il quale la piccola ha spiegato che il nonno le aveva chiesto di togliersi le mutandine e l'aveva accarezzata, costringendo anche lei a toccarlo. Infine le «certe cose» non fatte ma viste, perché il nonno le aveva mostrato scene hard attraverso i soliti siti porno in internet. La precisione della descrizione ha fatto rizzare i capelli in testa alla povera donna che ha deciso di parlare con la madre. E la nonna le ha confermato come effettivamente la ragazzina avesse fatto strani discorsi anche a lei, con frequenti riferimenti al sesso, a carezze e baci. Le due donne quindi hanno capito che non poteva trattarsi di cose inventate, le descrizioni erano molto circostanziate. Per prima cosa hanno deciso ovviamente di non affidare più la piccola al nonno, poi sono corse dai carabinieri. La bambina, sentita in audizione protetta, ha confermato tutto con precisione e sono scattati gli accertamenti.
Gli investigatori hanno perquisito l'abitazione dell'orco e sequestrato il computer scoprendo che effettivamente era stato connesso a siti porno nel periodo in cui aveva la nipotina in casa. Quindi l'hanno interrogato, sentendo le più stravaganti spiegazioni: «La bambina ha esagerato, equivocato. Si è vero una volta ho fatto la pipì con la bimba vicina e lei voleva “toccarmi”». Quando però gli hanno contestato il collegamento a siti porno in concomitanza con la presenza della bambina ha fornito la più «classica» delle spiegazioni: «È stata lei a chiedermi di vedere certe cose». Poco mancava il molestato fosse lui. Non solo ma a un certo punto, quasi per confermare la sua innocenza, ha persino detto ai carabinieri «Non capisco perché mia figlia non voglia più vedermi e parlarmi».
La relazione dei militari è finita sul tavolo del pubblico ministero che ha chiesto e ottenuto dal gip un ordine di custodia cautelare.

Però poiché non poteva inquinare le prove ne ripetere il reato, non potendo più avere contatti la giovanissima vittima, ha deciso di tenerlo ai domiciliari sapendo quanto avrebbe rischiato in carcere. E quando i carabinieri sono tornati con il provvedimento, sempre con il tono più innocente del mondo, ha replicato: «Non potremo fare tutto domani che oggi ho da fare?».

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