«Niente sesso siamo inglesi» non è solo il titolo di una commedia di grande successo degli anni Settanta, ma anche il motto di una certa drammaturgia britannica, caratterizzata dal garbo, dall'ironia, dal gusto per l'equivoco a sfondo amoroso.
A partire dagli anni '90 la situazione si è brutalmente capovolta: i giovani autori di quel decennio hanno messo al bando il sentimentalismo, l'ipocrisia, le «buone cose di pessimo gusto» tipicamente british e hanno deciso di celebrare la schiettezza e la ferocia, soprattutto in tema di erotismo. Un esempio tra i molti di questa drammaturgia all'insegna del «molto sesso siamo inglesi» è rappresentato da Closer (sottotitolo: «l'amore ci farà a pezzi»), il testo di Patrick Marber che andrà in scena al Litta dal 30 ottobre al 18 novembre con la regia di Sandro Mabellini.
La parte più consistente (ma soprattutto più interessante) della prossima stagione del teatro di corso Magenta sarà peraltro dedicata agli autori britannici dell'ultimo ventennio: da Psicosi delle 4.48 dell'arrabbiatissima e celebratissima Sarah Kane (dal 20 novembre al 2 dicembre), al Censore di Anthony Neilson (dal 20 giugno al 6 luglio) diretto da Antonio Syxty. La drammaturgia italiana sarà in cartellone con Gianni Clementi (Le belle notti, dall'11 al 21 ottobre con la regia di Antonio Rosti), il Pirandello de L'uomo dal fiore in bocca rivisitato in chiave postmoderna da Syxty (dal 29 gennaio al 10 febbraio) e con la nuova opera del fluviale Stefano Massini (Balkan burger, dal 29 gennaio al 6 febbraio).
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